Contrariamente alla prassi dei ministri degli esteri che lo hanno preceduto e che in visita alla Slovenia hanno sempre incontrato pure i vertici delle istituzioni della CNI, Luigi Di Maio non l’ha fatto. Ufficialmente per motivi di tempo. Tuttavia, appena atterrato a Brnik il capo della Farnesina si è intrattenuto per un breve colloquio con il deputato della minoranza italiana al Parlamento di Lubiana, Felice Žiža che ha quindi partecipato pure al pranzo di lavoro con entrambi i ministri.
“Effettivamente non abbiamo avuto molto tempo ma comunque abbiamo fatto un accenno al problema Covid 19 e a quello dei confini auspicando che nei prossimi giorni si arrivi effettivamente ad una riapertura di quelli con l’Italia. Per quanto riguarda la CNI ho ricordato al ministro Di Maio il problema di Radio e TV Capodistria invitandolo a trattare l’argomento con l’omologo sloveno che è a conoscenza della situazione ed in questo contesto ho auspicato una stabilizzazione delle risorse finanziarie e del numero dei dipendenti mentre va fermata la riduzione progressiva dei diritti acquisiti” ha raccontato Felice Žiža dicendo di essersi soffermato pure sulla questione del ripetitore di Radio Capodistria. “L’ho pregato di sensibilizzare il Ministero per l’economia e lo sviluppo tecnologico in modo da mettere in garanzia il trasmettitore della nostra emittente” ha detto Žiža che ha evidenziato la necessità di trovare una nuova forma per il mantenimento dei contatti tra la Comunità italiana e Roma, idea che sembra essere piaciuta a Di Maio. “Ho proposto la strutturazione - presso il Ministero degli esteri italiano - di un organismo che si curi ed occupi con costanza della CNI. Ho illustrato a Di Maio di come sono rappresentati gli sloveni che vivono in Italia presso le strutture parlamentari, governative e ministeriali in Slovenia. Hanno una commissione al Parlamento, un comitato al Governo e hanno un ministero dedicato agli sloveni all’estero. Noi tutte queste strutture sicuramente non le avremo e non le chiediamo, ma va ideato un organismo, una commissione, un qualcosa vicino o al governo o al MAE o al Parlamento che duri nel tempo e ci dia la possibilità di venir interpellati oppure di chiedere ascolto quando ne abbiamo bisogno” ha concluso Felice Žiža. (lpa)
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