Dall’inizio dell’epidemia in qua nel paese sono state 2 mila 232 le persone colpite da Coronavirus. 96 le vittime. Il paese intanto sta affrontando il problema dei numerosi marittimi bloccati sulle navi in cui prestavano servizio.
“Sono almeno 3.500 i marittimi croati che non possono rientrare a casa, ottocento sono bloccati a bordo delle navi da crociera su cui prestavano servizio” lo ha dichiarato alla televisione di Zagabria Neven Melvan responsabile del sindacato di categoria. “Assieme all’Organizzazione marittima internazionale e ad altri enti stiamo lavorando per organizzare dei corridoi per il trasferimento di queste persone e già la prossima settimana dovrebbe approdare a Dubrovnik-Ragusa un’imbarcazione della Carnival con a bordo una 50 di croati, ma anche marittimi di altri paesi europei raccolti in vari porti asiatici” ha detto ancora l’esponente sindacale rilevando che simili rimpatri proseguiranno anche in futuro. La complessità della vicenda è stata confermata pure dal Ministero degli esteri impegnato nella soluzione del problema che è globale. “Molte di queste persone- pur lavorando per compagnie di prestigio- non ricevono più lo stipendio, ma soprattutto dopo mesi di isolamento sono impazienti di rientrare a casa” ha raccontato Melvan che ha fornito alcune cifre interessanti: dei 20 mila marittimi croati, 16 mila lavorano per compagnie straniere. Al momento 7 mila sono impegnati in viaggi internazionali, la metà dei quali vorrebbe ma non può rimpatriare. Si tratta per lo più di figure di alto livello nella gerarchia nautica: capitani, comandanti e ufficiali.
Lionella Pausin Acquavita