La stampa croata definisce questa settimana parlamentare come una delle più dinamiche degli ultimi anni. Venerdì è in programma la relazione sulle riunioni del Consiglio europeo e ci sarà spazio sicuramente per parlare dell'iniziativa della Commissione circa il contenzioso sloveno-croato sui confini e della convocazione, il 2 maggio prossimo, a Bruxelles. Domani invece all'ordine del giorno la mozione di sfiducia a Martina Dalić, ministro all'economia e vice-presidente dell'esecutivo. Dopo la mattinata spesa tra mozioni e le interpellanze, nel pomeriggio l'attesa discussione che dovrebbe portare alla ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. Il documento, accompagnato da polemiche e controversie che da mesi dividono la società croata ha provocato - nonostante l'aggiunta di un preambolo alla Convenzione - forti spaccature all'interno dei partiti di centro-destra. Il premier Plenković non è riuscito a convincere la parte più intransigente, più tradizionalista del suo HDZ e saranno diversi i deputati che voteranno contro la ratifica. Contrari pure alcuni esponenti del Živi Zid e del Most che hanno abbracciato le tesi della Chiesa cattolica e di altri enti conservatori secondo i quali tramite la protezione delle donne dalla violenza si vuole introdurre nella legislazione nazionale il concetto di genere, a differenza di quello di sesso.