Com’era prevedibile, la proposta dei regionalisti istriani non passa dunque in Parlamento. “L’intento era indirizzato al miglioramento dell’applicazione della normativa ovvero al permettere un intervento immediato degli ispettori comunali che avrebbero potuto intraprendere le misure adeguate non appena individuata la violazione", è tornato a spiegare Emil Daus ripercorrendo le fasi salienti, e anche preoccupanti, che hanno portato a presentare la proposta di modifica discussa al Sabor l’11 maggio scorso e messa al voto ieri. Sarebbero più di 50 mila le costruzioni illegali in Istria, ma le cifre aumentano drasticamente con l’aggiunta di villini, fabbricati, roulotte e bungalow collocati lì dove non dovrebbero esserci. “Siamo stati i primi, ben sei anni fa, a lanciare l’allarme in Parlamento”, ha detto il deputato istriano che si è lamentato dell’inerzia dell’esecutivo e ha definito vergognoso il suo comportamento. “Siamo in una fase di non ritorno e le promesse su una revisione delle leggi in materia, entro la fine dell’anno sono improponibili”, ha fatto capire Daus che ha stigmatizzato il comportamento della maggioranza che ha votato contro la proposta dietina. “Si favorisce l’illegalità e il disordine”, il messaggio lanciato dai deputati DDI. Messaggio recepito pure dal deputato al seggio specifico per la Comunità nazionale italiana, Furio Radin, che ha votato a favore della proposta dei regionalisti istriani.
Lionella Pausin Acquavita
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