“In Croazia, gli appartamenti per le giovani famiglie sono irraggiungibili. Perciò o se ne vanno all’estero, dove i salari sono più alti e acconsentono di vivere in affitto o continuano ad abitare con i genitori”. Ad evidenziare la questione che da tempo affligge la società croata, Anka Mrak Taritaš, leader del GLAS, l’Alleanza civica- liberale. La parlamentare ha fatto capire che si sta costruendo alla grande anche con seri pericoli di danni ambientali, ma le nuove abitazioni vengono acquistate per lo più a scopi turistici. "Nel paese ci sono più di 124000 unità abitative vuote e il numero si limita a quelle registrate; quelle non registrate, con proprietari fittizi che vivono altrove sono almeno due volte tante" ha affermato la Mrak Taritaš che ha puntato il dito contro la politica fiscale che, a suo dire, con una tassazione forfettaria tra le più basse in Europa, promuoverebbe e incentiverebbe gli affitti a breve termine.
"I meccanismi di sovvenzionamento sarebbero completamente falliti, e in una certa misura avrebbero addirittura provocato effetti contrari causando un aumento dei prezzi immobiliari" ha detto la deputata che sollecita cambiamenti volti ad una politica fiscale più equa e giusta, che tenga conto di tutta la cittadinanza e non solo dell’arricchimento di poche persone che si occupano di turismo. Necessaria, secondo la Mrak Taritaš, una strategia nazionale chiara da adottare assieme alle autonomie locali per frenare “l’appartamentizzazione”, specie nelle località turistiche, e per garantire ai giovani la possibilità di affittare o comperare casa.
Da rilevare infine che nel 2022, in Croazia, sono state costruite quasi 16 mila unità abitative, quasi il 27 per cento in più rispetto all’anno precedente. 1600 in Istria dove gli acquirenti, nei due terzi dei casi, risultano cittadini stranieri, soprattutto sloveni, austriaci e tedeschi.
Lionella Pausin Acquavita