Dei 2.200 medici di famiglia operanti in Croazia quasi 800 superano i 60 anni di età e sono pochi i giovani interessati a questa specializzazione attualmente frequentata da 200 dottori soltanto. Numeri preoccupanti se si tiene conto che il calo, negli ultimi 25 anni, è stato una costante che registra dal 1996 ad oggi già un -17%. Se non si troveranno soluzioni adeguate mezzo milione di pazienti potrebbe rimanere senza assistenza nell’intervento sanitario di primo livello.
Un problema che investe pure la Regione Litoraneo-montana e quella Istriana. Nella prima, dei 160 medici di famiglia più di un centinaio sono prossimi alla pensione mentre in Istria la carenza si fa già sentire con 13 dottori andati in quiescenza e altrettanti giovani che lavoravano negli ambulatori di medicina primaria partiti per la specializzazione finanziata con fondi europei. “In piccoli centri come lo sono quelli istriani, l’assenza di un solo medico si fa sentire più che altrove”, affermano i responsabili del settore che cercano di tappare i buchi con sostituzioni e lavoro aggiuntivo per i medici operativi. Una situazione che, naturalmente, genera insoddisfazione tra il personale sanitario e ancora di più tra i pazienti, ma quello che preoccupa di più è che non s’intravede una soluzione immediata. Sono sempre di meno i giovani che decidono di intraprendere gli studi di medicina e ancora di meno quelli che al termine scelgono una specializzazione in medicina famigliare optando piuttosto per altri settori, per il momento, più pagati e socialmente riconosciuti.
Lionella Pausin Acquavita