Anche se l'estate sta volgendo lentamente al termine in Croazia si registra ancora un buon numero di vacanzieri. Come ha dichiarato il direttore della Comunità turistica nazionale Kristjan Staničić durante l'incontro a Rabaz con gli operatori istriani dell'industria dell'ospitalità nel Paese soggiornano ancora oltre 700mila villeggianti.
Di questi oltre duecentomila sono presenti nella penisola istriana. La stagione turistica continua, dunque, con successo anche a settembre, dopo i fasti del periodo da giugno ad agosto, che hanno permesso di eguagliare se non di superare le cifre da primato registrate nel 2019, l'anno antecedente alla pandemia.
Per la Regione istriana non ci sono dubbi a proposito: sono stati infatti superati i dati record di tre anni fa. L'aumento delle presenze e delle giornate vacanza è stato in media dell'1,7 per cento e questo nonostante tutte le sfide che la penisola ha dovuto affrontare, dagli incendi del periodo estivo alle limitazioni del consumo di acqua potabile a causa della siccità.
Uno dei problemi riscontrati anche quest'anno è quello della mancata notifica degli ospiti: secondo alcuni analisti il numero reale dei vacanzieri lungo la costa orientale dell'Adriatico potrebbe essere stato durante l'estate superiore addirittura del 40 per cento rispetto alle cifre ufficiali relative alle presenze.
Più assillante che mai è stato inoltre il problema della mancanza di manodopera qualificata per il settore turistico: il mercato del lavoro della Slavonia e della Bosnia ed Erzegovina è stato ormai raschiato a fondo, per cui anche in futuro potrebbe rivelarsi sempre più difficile assicurare servizi adeguati nel campo dell'alloggio e della ristorazione.
Tornando all'Istria un aumento del giro d'affari turistico rispetto all'anno record del 2019 è stato segnalato a Rovigno, Medolino, Umago, Fontane e Orsera, mentre altre destinazioni come Parenzo, Pola, Torre-Abrega, Albona e Cittanova registrano risultati in linea con quelli del 2019.
Dario Saftich - La Voce del Popolo