Carcerazione preventiva di un mese per 7 dei 13 arrestati per lo scandalo della centrale eolica che sta provocando grossi scossoni nel paese, a poco piu' di un mese dalle elezioni parlamentari. Tutti i personaggi coinvolti hanno la tessera o sono vicini all'Accadizeta, il partito al potere. I reati ipotizzati vanno dal traffico d'influenza alla corruzione. Dovranno stare in fermo cautelare di un mese 7 dei 13 arrestati in modo spettacolare sabato scorso, nella vicenda della centrale o parco eolico in fase di attuazione presso Knin, nell'entroterra di Sebenico. Sono sospettati di traffico d'influenza, abuso di poteri d'ufficio e corruzione, per un danno economico stimato al momento in centinaia di milioni di euro. Sicuramente il personaggio di maggior spicco e' l'ex sindaca di Knin, ora segretario di stato presso il ministero dell'amministrazione Josipa Rimac, finora astro nascente dell'Accadizeta e predestinata all'olimpo della politica. Ebbene ora salta fuori che la polizia e la procura la stessero pedinando per diversi mesi. Gli altri sospettati sono anche alti funzionari di stato, una sindaca e imprenditori. Al centro del dibattito in Croazia, la tempistica degli arresti. Secondo varie valutazioni il potere di centro destra avrebbe scelto questo momento, a poco piu' di un mese dalle elezioni, per lanciare un preciso messaggio all'elettorato. Ossia la volonta di combattere la criminalita' nonostante le persone coinvolte facciano parte dell'Accadizeta. La giustizia non guarda in faccia nessuno, cosi il premier Andrej Plenković, mentre per il capo dello stato Zoran Milanović e' importante che la Procua abbia solidi argomenti per procedere, onde non fare una figura ridicola. Come piu' volte avvenuto in passato - aggiungiamo noi. I pesci finiti nella rete sono di secondo piano, dice qualche qualche analista, mentre quelli piu' grossi sarebbero ai vertici della politica.
Valmer Cusma