La decisione sul “sì” della Commissione europea all’entrata della Croazia nello spazio confinario europeo era nell’aria e nel pomeriggio è stata ufficializzata da una nota in cui si sottolinea che Zagabria soddisfa tutti i criteri richiesti. Anche il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, nel suo discorso di commiato a conclusione del mandato quinquennale si è complimentato con Zagabria per gli sforzi profusi onde far fronte alle condizioni richieste.
Per il premier croato, Andrej Plenković, oggi il Paese ha conseguito un altro successo in campo europeo. E si è congratulato in modo particolare con i ministeri degli Affari esteri ed europei e della Giustizia per la grande mole di lavoro svolta in tal senso.
Va detto che per l’entrata definitiva nell’area Schengen è necessario il benestare di tutti i Paesi membri. A proposito del possibile blocco da parte Slovenia, Plenković ha sottolineato che la vertenza con Lubiana, riferendosi alla famosa sentenza d’arbitrato, è di carattere bilaterale. “Questo è il punto”, ha aggiunto “che dobbiamo risolvere con il dialogo alla ricerca di una soluzione gradita da entrambe".
Ma l’europarlamentare slovena, Tanja Fajon, ha espresso una valutazione tutt’altro che entusiasmante. Parlando ai giornalisti croati e sloveni si è detta delusa della decisione della Commissione europea uscente. “Vedremmo con piacere la Croazia nell’area Schengen”, ha detto “però a patto che faccia fronte a tutte le condizioni, e mi sembra che purtroppo la realtà sia un’altra”. Si è riferita ai rapporti delle organizzazioni non governative su quanto succede al confine con la Bosnia ed Erzegovina in tema di migranti. Stando a varie valutazioni sul suo cammino verso Schengen, Zagabria dovrà superare ostacoli non indifferenti posti da Germania, Francia e Olanda.
Ricordiamo, infine, che la Bulgaria e la Romania hanno ottenuto disco verde dalla Commissione europea già nel 2011, però sono ancora fuori da Schengen, poiché non hanno ancora ricevuto il benestare di tutti i Paesi membri.
Valmer Cusma