L'ispezione sanitaria ha sospeso temporaneamente tutte le attività di trapianto del rene, da donatori vivi extrafamigliari, al Centro clinico zagabrese mentre la Procura sta indagando su due interventi sospetti realizzati tre anni fa.
Le supposizioni d'irregolarità fatte emergere da un'emittente locale della capitale stanno provocando un vero e proprio terremoto e per la prima volta nel paese si parla apertamente di traffico d'organi. Stando ai dati disponibili, nel 2019 l'ospedale in questione avrebbe sottoposto a trapianto di un rene due cittadini croati benestanti e il sospetto è che i donatori -provenienti da Serbia e Kosovo - abbiano accettato l'intervento in cambio di soldi.
Le indagini si concentrano specie sul kosovaro, panettiere non qualificato, non parlante la lingua croata, padre di sei bambini e - così scrivono i giornali- di limitate capacità intellettuali. I sospetti sono rafforzati poiché, al tempo, un altro ospedale, ossia il Merkur, si era rifiutato di eseguire i trapianti mettendo in dubbio alcuni aspetti etici della donazione. Fatto di cui era stato avvisato pure il competente Ministero alla sanità che a sua volta avrebbe informato -ma senza risultati- il Centro clinico di Zagabria.
E se al Merkur dicono che di solito rinunciano a trapianti da donatori vivi e non famigliari perché lasciano spazio a omissioni etiche e deontologiche e a errate interpretazioni dall'altra, il Ministero dice di aver demandato il caso alle autorità competenti più di un anno fa' mentre il Centro clinico di Zagabria fa sapere che non ci sono stati erori e che tutte è regolare poiché ci si è attenuti ai protocolli e ci sono i consensi scritti dei donatori.
(lpa)