Foto: EPA
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Peggio della Croazia solo Romania, Bosnia Erzegovina, mentre stanno un po' meglio - ma sono ancor sempre al di sotto della media europea - Serbia, Slovacchia e Slovenia. Nel vicino Paese - come rileva il quotidiano online Index - le vaccinazioni hanno raggiunto un livello stagnante tanto che negli ultimi giorni viene immunizzata una persona su 100. "Se non si troveranno rimedi e non ci sarà un'azione concreta da parte delle autorità croate per rilanciare la campagna, la Croazia dovrà affrontare un altro autunno di crisi", rilevano gli esperti, richiamandosi agli ultimi dati pubblicati dall'Istituto per la metrica e la valutazione della salute di Washington. Con un'analisi che compara vari parametri, l'istituto di ricerca prevede per la fine di novembre un'impennata di contagi con una trentina di morti giornalieri ed oltre 750 ricoveri in terapia intensiva.
La bassa percentuale di immunizzati rappresenta un problema serio per varie ragioni: con il clima più freddo si trascorre più tempo in luoghi chiusi, riprendono le scuole, si rientra dalle vacanze. Da non scordare inoltre che in Croazia, ugualmente che in altri paesi, al momento è dominante la variante Delta del virus molto più aggressiva e contagiosa di quella Alfa o rispetto al ceppo originario i Wuhan.
Nel Paese preoccupa inoltre la bassa percentuale di vaccinati over 65 per fare degli esempi immunizzato solo il 60% delle persone che hanno un'età compresa tra gli 80 e 84 anni e il 53% di quella che va da 85 a 89 anni. Tra i motivi del rallentamento oltre che ad un calo di tensione dovuto alla bella stagione, c'è anche la disinformazione e la poca fiducia nei confronti delle autorità. Anche perciò si è in attesa della strategia che intende adottare il governo per convincere gli indecisi ma anche per stabilire nuove misure atte abbassare il tasso di positività ed i ricoveri. Una di questa potrebbe essere l'esibizione obbligatoria del Green pass.

Lionella Pausin Acquavita