Non ci saranno Capi di Stato e ospiti stranieri al giuramento di Milanović, rieletto per un secondo mandato con quasi il 75% dei voti al ballottaggio del 12 gennaio scorso. Esattamente come cinque anni fa ha preferito una cerimonia più sobria ed intima che si svolgerà a Palazzo presidenziale. I suoi predecessori - ricordiamo- avevano optato tutti per inaugurazioni più pompose svolte in Piazza San Marco, centro cittadino e cuore del potere politico. Milanović ha fatto qualche concessione sul numero degli ospiti: ce ne saranno un centinaio ovvero più del doppio rispetto a quelli presenti il 18 febbraio del 2020. Non ci saranno il premier Plenković ed il presidente del Sabor Jandroković, né altri ministri e funzionari HDZ. I due avevano annunciato il boicottaggio subito dopo la schiacciante vittoria di Milanović che si era imposto alla grande sul candidato da loro sostenuto. Saranno presenti però altre importanti cariche dello stato e tra queste i vicepresidenti del Parlamento, tra i quali l'esponente CNI Furio Radin, i vertici militari, gli esponenti della Chiesa e delle altre comunità religiose, gli ex Capi di Stato, alcuni ex generali nonché i leader di tutti i partiti che hanno sostenuto la candidatura di Milanović. Egli presterà giuramento dinanzi al presidente della Corte costituzionale Miroslav Šeparović, quella stessa Corte che la scorsa primavera lo aveva severamente ammonito per la sua scesa in campo alle parlamentari, giudicando anticostituzionale una sua eventuale candidatura come pure il suo successivo impegno a favore del partito socialdemocratico. La cerimonia sarà accompagnata da alcuni intermezzi musicali, mentre l'inno croato sarà eseguito dalla "klapa" della Marina militare croata. Stando ad alcuni giornali il gruppo corale era intenzionato a chiudere la cerimonia con una canzone del controverso Thompson, ma invece dovrà limitarsi ad eseguire l'inno nazionale.

Il presidente della Repubblica di Croazia Zoran Milanović. / Foto: Reuters
Il presidente della Repubblica di Croazia Zoran Milanović. / Foto: Reuters