Edifici mal costruiti o ricostruiti, con appalti assegnati a speculatori e profittatori che hanno usato materiale scadente per lavori fatti male. Queste le voci sempre più frequenti che circolano nell’area che in pratica da lunedì scorso continua a tremare e colpita in modo particolare dalla forte scossa di martedì . Stampa e Tv riportano infatti le testimonianze di numerose persone che si sono viste crollare o danneggiare le case e molti di loro raccontano di aver segnalato da anni inadeguatezze e carenze dei lavori realizzate negli anni della ricostruzione seguita alla guerra d' indipendenza croata. “Siamo consapevoli della forza di una scossa di 6,4 gradi Richter, ma molte case e edifici sarebbero ancora in piedi se si fossero adottate misure e criteri architettonici consoni al terzo millennio“ affermano tanti terremotati.
Accuse che hanno portato in campo anche l’USKOK, Ufficio contro la corruzione e la criminalità organizzata che ha annunciato indagine sulla ricostruzione postbellica nella Contea di Sisak-Moslavina dove dal 1995 al 2000 sono state riedificate all’incirca 25 mila case danneggiate dai bombardamenti. Gli appalti erano stati assegnati a quasi 150 aziende edili, gran parte delle quali -oggi- non esistono più o hanno cambiato proprietario.
Le autorità, naturalmente, negano eventuali irregolarità o malversazioni. D’altro canto, invece alcuni esperti del settore rilevano “sono crollati pure diversi edifici che se costruiti a norma delle regole antisismiche sarebbero dovuti rimanere in piedi”.
Intanto, commissioni al lavoro per censire i danni e verificare l’agibilità delle abitazioni. Nella sola Glina- che nelle prime ore dopo il terremoto non era neppure menzionata- sugli all’ incirca 7 mila e 500 edifici controllati, ben 4 mila e 500 risultano lesionate. Da rilevare che la popolazione è restia ad abbandonare la rispettiva proprietà e molti continuano a dormire in macchina piuttosto che alloggiare nei centri di accoglienza situati magari a solo pochi chilometri da casa. La maggioranza chiede una roulotte o container abitativi da collocare in prossimità della propria casa, ma anche in questo contesto si registra una certa confusione organizzativa con ritardi nelle consegne fatte anche queste- sembra- senza alcuna regola.
(lpa)