In tripudio la stampa russa e quella serba che non esitano a definire il presidente croato, Zoran Milanović "un eroe". "Una posizione ferma, che richiama all'osservanza delle norme del diritto internazionale che assicura l'inviolabilità del principio di sovranità e dell'integrità territoriale", ha affermato il capo della diplomazia serba, Ivica Dačić, naturalmente focalizzato sulle dichiarazioni inerenti al Kosovo che a detta di Milanović sarebbe stato rubato alla Serbia dalla comunità internazionale. I media russi hanno puntato invece sulla parte relativa alle somiglianze tra Kosovo e Crimea e nella quale il presidente croato ha sottolineato come "quest'ultima non sarà mai più Ucraina" e ha parlato "dell'odio patologico degli ucraini nei confronti dei russi".
Non si è fatta attendere la reazione di Kiev. Per Oleg Nikolenko, portavoce al Ministero degli Esteri, le affermazioni di Milanović sono inaccettabili e mettono in pericolo l'integrità territoriale dell'Ucraina. "Preoccupante che a dirla sia il capo di uno Stato che rischiava di perdere un terzo del suo territorio solo pochi anni fa a causa di un'aggressione esterna", ha affermato in un post l'esponente ucraino che non ha mancato di ringraziare governo e popolo croati per l'incondizionato supporto dato al suo Paese.
Le esternazioni di Milanović, riprese dai media di tutto il mondo, continuano ad infiammare la scena politica croata. "Il presidente ha compromesso la politica estera e l'immagine del Paese", le posizioni più frequenti. Cautela invece sull'avvio della procedura di impeachment, caldeggiata da alcuni esperti. Sulla questione dell’Ucraina, infatti, non ci sarebbe unitarietà nemmeno tra la maggioranza e lo si è visto recentemente con la bocciatura della missione di addestramento militare.
Lionella Pausin Acquavita
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