La stella rossa doveva essere collocata sul grattacielo disegnato dall'architetto Umberto Nordio il 3 maggio scorso, ma causa il lockdown l’operazione era stata rimandata. La nuova data, vale a dire il 20 settembre coincide con il 73.esimo anniversario delle decisioni dello ZAVNOH, il Comitato distrettuale di Liberazione popolare, sull’annessione di Fiume, dell’Istria e di Zara alla Croazia. Sull’enorme stella rossa in cemento armato sono attaccati 2.800 frammenti di vetro con i quali il suo autore Nemanja Cvijanović vuol rendere omaggio ai 2.800 combattenti che persero la vita per la liberazione di Fiume.
Lapidario il commento sull'installazione della stella rossa del presidente della giunta esecutiva della Comunità degli di Fiume, Moreno Vrancich: “Se si è fatto un monumento per i caduti nella liberazione della città si doveva farne uno anche per coloro che causa la liberazione furono costretti ad abbandonarla”.
L’evento, patrocinato dal Museo d’arte moderna e contemporanea di Fiume, rientra nell’ambito del progetto Fiume Capitale europea della cultura, e la stella rossa rimarrà sul tetto del Grattacielo fino alla fine del 2020. Un’ altra stella rossa era stata posizionata nello stesso punto nel 1945. Tornando ai giorni nostri, dunque spazio al simbolo dell’ideologia comunista nel capoluogo quarnerino, per niente gradita dai circoli politici della destra radicale, i cui rappresentanti in parlamento avevano fatto di tutto per bloccarne l’installazione. Ma si sa, Fiume rimane politicamente rossa, un colore che dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi ha assunto tinte funeste per gli Italiani in città. E la situazione è rimasta tale fino ai giorni nostri, tanto che nei programmi di Fiume capitale europea della cultura 2020 non c’è spazio per la componente italiana autoctona, in barba ai proclami sulle aperture e multiculturalismo sventolati ai quattro venti dal sindaco Vojko Obersnel, tra l’altro Commendatore della Repubblica d’Italia. Tra gli altri progetti in cantiere, per celebrare la capitale della cultura europea 2020, anche quello del restauro della Galeb, la nave del maresciallo Tito.
Valmer Cusma