Alti funzionari della Polizia croata avrebbero fatto parte, dall'agosto 2019 al febbraio 2020, di un gruppo Whatsapp segreto. La Polizia di frontiera croata condivideva informazioni sensibili su arresti e respingimenti di massa di clandestini e fotografie delle operazioni al confine con la Bosnia. Lo ha reso noto un'inchiesta di Lighthouse Report pubblicata da Der Spiegel, Nova TV, Novosti, il portale Telegram e l'ORF. In base al rapporto il gruppo operava al di fuori di qualsiasi mezzo di comunicazione ufficiale e delle procedure di monitoraggio. Il Ministro dell'Interno croato Božinovič ha dichiarato che si è trattato di un caso isolato, che gli ufficiali responsabili non hanno seguito le indicazioni del governo e che nè i capi della polizia nè il governo ne sapevano qualcosa. Secondo gli avvocati pro-immigrazione invece gli alti livelli croati sapevano dei respingimenti che sono avvenuti nel corso dell'operazione Korridor e che forse li avevano ordinati. Secondo quanto ritrovato dalla fonte i vertici della Polizia facevano parte del gruppo che ha postato i filmati dei violenti respingimenti effettuati in alcune delle operazioni. Da un'analisi di una sessantina di visualizzazioni è stato chiarito che erano 33 i partecipanti al gruppo e che è stato possibile stabilire l'identità dei due terzi usando software della Scientifica che permette la ricerca dei numeri usati per la registrazione. Tra essi vi sarebbe il Capo della Polizia di frontiera Ničeno e del Capo del Dipartimento Pubbliche Relazioni Bikič, che riferisce direttamente al Ministro Božinovič. Esperti e la Polizia croata hanno evidenziato a Lighthouse Report che pubblicare tali informazioni da una piattaforma privata come WhatsApp viola molti regolamenti di polizia, aggiungendo di credere che il gruppo usasse documenti non ufficiali per documentare il respingimento sistematico dei clandestini in violazione aperta delle leggi croate ed europee.
Franco de Stefani