Il presidente croato, Zoran Milanović, ha precisato di essere contrario a "qualsiasi idea di uno Stato federale". Non vuole infatti che l'Unione europea diventi "un nuovo centro di potere esterno". Secondo Milanović, "i finanziamenti che arrivano dall'Ue sono così esigui" che non è davvero possibile "farci molto, tranne i centri di innovazione, qualche ponte, una caserma dei pompieri, tutte cose che vedo fuori Zagabria ogni settimana", ha spiegato, "e questo, in fin dei conti, è un bene".
Il capo dello Stato croato ha anche criticato Bruxelles affermando che le sue istituzioni "mostrano una cronica mancanza di democrazia e responsabilità", chiamando in causa il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, "coinvolto in talmente tanti scandali" che non potrebbe essere ministro in un suo governo, "come neanche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen".
Milanović ha ricordato poi che "la Croazia è stata per troppo tempo nell'anticamera dell'Ue, ma non quanto i Paesi dei Balcani occidentali". Questa politica di Bruxelles, secondo le sue parole, è "una forma di abuso e irresponsabilità" nei confronti di questi Paesi.
Il presidente croato ha poi fatto riferimento alla visita del leader dell'Eliseo, Emmanuel Macron, il mese scorso a Pechino. È convinto, infatti, che Macron avesse ragione quando ha parlato di una maggiore autonomia dell'Unione europea e considera l'omologo francese "il leader europeo più calibrato, più ragionevole e più potente".
E. P.