È l’area zagabrese quella più colpita con -da ieri in qua- 21 nuovi contagi. Gran parte delle persone hanno contratto il virus – come spiegato dall' unità di crisi regionale- nei locali notturni della capitale. Sedici nuovi infetti anche nella regione di Osjek e della Baranja una decina dei quali registrati a Đakovo e sono collegati al focolaio che ha interessato il monastero della cittadina. Nell’ area della Slavonia orientale colpita pure Požega con 7 nuovi contagi, perlopiù contatti di due persone positive rientrate dalla Germania. Le altre Contee – come ad esempio quella Litoraneo Montana o quella di Dubrovnik- Ragusa registrano un caso ciascuna mentre non vengono segnalati nuovi contagi nella regione zaratina ed in quella istriana. Entrata in vigore intanto la decisione di sospendere l’isolamento per le persone che entrano in Croazia da Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro ed un’altra decina di paesi che figurano sulla lista compilata dall’ Unione Europea. Come spiegato da Tomislav Kufner del ministero degli interni ogni singolo stato UE è libero di stabilire indipendentemente la politica ed il regime frontaliero e ciò ha permesso a Zagabria di aprire le porte pure alla Bosnia. Ci sono comunque delle differenze tra cittadini UE e quelli di paesi terzi. I primi possono entrare in Croazia senza dimostrare la ragione del viaggio quelli provenienti da stati extraeuropei invece devono farlo. Per tutti invece continua a valere l’obbligo di registrazione con- alla frontiera- la raccolta dei dati personali comprendenti numero di telefono ed indirizzo di soggiorno. Per facilitare i passaggi ed evitare incolonnamenti si invitano i cittadini stranieri a compilare i formulari per via telematica. Come riferito da Kufner dalla fine di maggio quando sono stati riaperti i confini ad oggi, sono un milione le persone registrate con il modulo informatico. Si tratta in maggioranza di cittadini sloveni seguiti da tedeschi e austriaci.
Lionella Pausin Acquavita