Come riporta il quotidiano Jutarnji list, il solo Centro clinico zagabrese “Sestre Milosrdnice“ ha 124 operatori fuori servizio: 30 sono positivi a Covid 19 altri 95 sono in isolamento. L’ospedale di Spalato può fronteggiare il ricovero di una cinquantina di persone positive ma ne ospita già 31. Nonostante alcuni problemi - per il momento - rimane sotto controllo la situazione negli ospedali della Slavonia. A Fiume tra il personale medico ci sono 3 positivi ed una trentina quelli in isolamento mentre all’ospedale di Pola non si registrano difficoltà visto che, come rileva la direttrice Irena Hrstić, “in regione ci sono soltanto una ventina di casi attivi e due sono le persone ricoverate”, ma come tutti gli altri responsabili dei nosocomi pure lei afferma “ci stiamo preparando a cambiamenti e alla possibile introduzione graduale di un regime speciale che, proporzionalmente al numero di nuovi infetti, ridurrà le normali attività del nostro istituto”.
Medici, infermieri, personale in genere hanno una vita che va oltre all’attività professionale: sono in contatto con i famigliari, con figli che frequentano la scuola, viaggiano nei mezzi pubblici, fanno la spesa. Una consapevolezza che sta alla base dell’informale appello che tutti gli ospedali indirizzano a governo e responsabili della lotta al corona virus. “Il numero dei casi positivi è quadruplicato negli ultimi dieci giorni, tra altri dieci si potrebbe arrivare a 9 mila infetti e mille ospedalizzati e queste sono cifre che potrebbero mettere in crisi il sistema sanitario del paese” ha fatto capire il professore Ozren Polašek.
“Tenendo conto del numero di contagi, finora abbiamo avuto tre episodi epidemiologici - il primo in primavera, il secondo e terzo in estate - ed ora siamo entrati nel quarto. Ricordando che le prime tre fasi sono durate dalle sei alle sette settimane e che il più alto numero d’infetti è stato registrato nella terza e quarta settimana allora si potrebbe dire che siamo entrati nell’apice di questa quarta ondata” ha affermato Polašek ricordando che le sue sono solo supposizioni basate su dati statistici precedenti e relativi a stagioni climatiche diverse da quella autunnale. “Tenendo conto di quanto sta avvenendo negli stati in cui il freddo arriva prima che da noi - come ad esempio la Repubblica Ceca che negli ultimi giorni registra più di 17 mila nuovi contagi - è chiaro che abbiamo dinanzi mesi molto difficili” ha affermato l’esperto.
Lionella Pausin Acquavita
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