“Non si svolgeranno nella prima parte dell’anno e nemmeno nell’ultima, si terranno al momento giusto”, ha affermato il capo del governo glissando la domanda che interessa l’ opinione pubblica e lasciando intendere che sarà lui a decidere la data, nel momento più appropriato per il suo HDZ. Il suo partito non ha grossi rivali e dovrebbe garantirsi - in ogni caso e senza grossi sforzi - la maggioranza relativa, ma in un anno che vedrà gli elettori chiamati alle urne pure per le europee e le presidenziali, nulla va lasciato al caso. Plenković, inoltre, è stato attento nel non far trapelare le sue ambizioni che - dicono i bene informati - potrebbero portarlo o meglio dire riportarlo a Bruxelles ma questa volta non come europarlamentare bensì direttamente alla Commissione europea. Il resto dell’intervista radiofonica è stato incentrato sui risultati ottenuti dal suo esecutivo e non solo nel 2023 bensì dal 2016 in qua ovvero da quando ha preso in mano le redini del governo portando la Croazia, solo 12 mesi fa, alla piena adesione all’ eurozona e all’ area Schengen. Per quanto riguarda la temporanea sospensione di quest’ultimo con la reintroduzione dei controlli ai confini, Plenković ha dichiarato di essere in costante contatto con i colleghi di Slovenia e Italia con l’intento di rimuovere le barriere entro l’estate. Ai detrattori della transizione all’euro egli ha risposto che il paese registra una crescita generale, nonostante l’inflazione causata più da fattori oggettivi esterni che interni. In questo contesto ha ricordato l’ aumento del salario minimo, delle pensioni e di tutta un’altra serie di interventi sociali che - come ha detto- saranno ulteriormente percettibili nei prossimi mesi grazie alla riforma fiscale che - partita il primo gennaio - ha modificato una decina di leggi in materia.

(lpa)

Foto: EPA
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