Sul sito della Commissione elettorale centrale sono pubblicate le candidature pervenute per le elezioni politiche del 5 luglio prossimo. Ebbene risulta che al seggio specifico degli italiani al Sabor sarà in campo un solo candidato, Furio Radin, con sostituto Marin Corva di Fiume. L’elezione al suo nono mandato, un record nella prassi parlamentare croata, è dunque scontata: in teoria sarà sufficiente un solo voto per il suo ritorno al Sabor. Dunque hanno rinunciato al tentativo di contrastarlo quei due - tre connazionali che qualche settimana fa avevano manifestato una mezza idea di farlo. Situazioni analoghe si sono già avute in passato. C’è chi parla di incarico monopolizzato con briciole di voti per gli eventuali avversari di Radin, ma anche di una politica che da decenni avrebbe marginalizzato numerosi connazionali capaci, ma non idonei e non graditi nella sala dei bottoni della Comunità nazionale italiana. E infatti nel necessario ricambio generazionale dei quadri dirigenziali nella dimensione minoritaria, la scelta sicuramente non è abbondante. Di recente Furio Radin annunciando la sua candidatura aveva dichiarato che uno dei punti del suo programma sarà l’attuazione dell’Accordo italo-croato sulle minoranze del 1996 finora rimasto nel cassetto ad accumulare polvere. Gli altri punti riguardano, come dichiarato a “La Voce del Popolo”, l’attuazione del piano operativo per le minoranze, l’uso della lingua minoritaria e l’aumento dei mezzi finanziari per le attività delle minoranze stesse.
Valmer Cusma

Foto: MMC RTV SLO/glasistre.hr
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