Il primo febbraio potrebbe essere solo una coincidenza che non può essere ignorata. È proprio la data del primo febbraio 1971 a segnare la nascita della “Digitron Buie” grande azienda elettronica nel periodo della Jugoslavia andata in deperimento con lo sfacelo dell’ex federativa. Ed è all’“Utopia Digitron” che Buie dedica questa 14esima “Notte dei musei” con un progetto che rientra - in una concorrenza che ha visto le partecipazioni di oltre 350 istituzioni - tra i primi dieci della Croazia.
Una grande soddisfazione per Tanja Šuflaj, ideatrice e curatrice della mostra presentata martedì in conferenza stampa al Mimara di Zagabria e che da questa sera sarà accessibile al pubblico istriano. In esposizione alcuni degli importanti modelli di calcolatori tascabili e da tavolo, bilance elettroniche, registratori di cassa e altri prodotti dell’azienda buiese. “Tutt’oggi nell’area dei Balcani, “Digitron” è sinonimo di calcolatore, e sebbene questo non venga quasi più usato, è diventato la denominazione di altri strumenti tecnologici del nostro tempo” ci racconta Tanja Šuflaj riferendosi ad alcune funzioni dei moderni telefoni cellulari.
“Aldilà dei prestigiosi prodotti dell’epoca la “Digitron“ ha contraddistinto un periodo indimenticabile della storia cittadina e regionale” ricorda Rosanna Bubola, direttrice dell’Università popolare aperta che organizza la manifestazione che vedrà partecipi il musicista Alex Brajković, la designer, Tea Štokovac, alcune allieve della Media superiore italiana Leonardo Da Vinci. In programma oltre che a fotografie d’archivio pure un documentario realizzato da Alessio Bozzer, regista triestino che ha firmato il documentario “Trieste, Yugoslavia”. Presenti – per una serata all’insegna dell’amarcord e dei bei tempi andati - pure alcuni degli ingegneri, dei tecnici ma soprattutto degli operai che hanno reso famosa la “Digitron Buie”.
Lionella Pausin Acquavita