La personale di Vojc Sodnikar Ponis, artista cresciuto e affermatosi a Lubiana, ma con salde radici esistenziali a Capodistria, si sofferma con questo nuovo appuntamento sulle infinite possibilità creative offerte dalla pietra, verificate e proposte in forma cronologica, a partire dal 2013, attingendo agli esiti della propria produzione scultorea. Di ciclo in ciclo l’artista testimonia la sua intima evoluzione nell’approccio con l’idea di scultura e dell’uso personale dei materiali. La rassegna prende l’avvio dalla concezione mimetica del mondo oggettivo, per avvicinarsi sempre più alla linea geometrica, alle forme primarie, fino ai caratteristici tagli delle sculture più recenti, “che rappresentano -scrive nel catalogo al mostra il critico d’arte Dejan Mehmedovič- la testimonianza simbolica di confessione artistica, la sua costante ricerca della bellezza”. Gli fa eco nel catalogo il critico Enzo Santese, che annota:” La ricerca dell’artista si realizza attraverso la scelta di un repertorio quanto mai vario, proteso a far parlare la materia con il linguaggio di un tempo remoto immesso nella contemporaneità.” Anche questa nuova occasione espositiva di Sodnikar Ponis testimonia la straordinaria abilità dell’artista nella trasformazione dei materiali. Pietra, marmo, bianco, grigio, marrone o nero presentano sempre superfici lucide, piacevoli al tatto. La pietra, anche nelle sculture di piccolo formato, può essere interpretata come simbolo, un materiale a cui Vojc Sodnikar Ponis è particolarmente legato e che modella affinchè racconti la propria storia parallela. La mostra intitolata semplicemente “Scultura” rimarrà aperta nella galleria di Palazzo Gravisi, sede della Comunità degli italiani di Capodistria, fino al 19 aprile.