Foto: Facebook/Kino otok / Nastja Frey Gorše
Foto: Facebook/Kino otok / Nastja Frey Gorše

Isola Cinema è senz’altro un festival anomalo, perché unisce una rigorosa ricerca cinematografica a una distensiva informalità. Niente tappeti rossi, quindi, ma la possibilità di fare incontri interessanti e formativi, registi, attori, fotografi, produttori, coloro insomma che fanno del cinema un'arte nobile. E poi una marea di cinefili, di veri appassionati della settima arte provenienti da ogni dove, disposti a tutto per di partecipare, di esserci. Quella appena archiviata a Isola è stata un’edizione ricca e di qualità. Nella programmazione sono prevalsi i film e gli autori che hanno rivolto uno sguardo critico alle problematiche sociali di attualità, in Europa e nel mondo. La preapertura con il film “La botta grossa” del regista Sandro Baldoni, premiato con il Nastro d’Argento per il miglior documentario 2017, con in primo piano i racconti delle persone scampate al catastrofico terremoto in Italia nell’ottobre 2016. L’avvio con il film francese “Le guardiane” di Xavier Beauvois, che presenta la vita delle donne di una comunità della periferia francese durante il primo conflitto mondiale, impegnate a mantenere la normalità della vita. Grande successo di pubblico del film “Bikini Moon” del regista macedone Mičo Mančevski girato negli Stati Uniti. Racconta il personaggio di Bikini Moon, una giovane militare reduce dalla querra in Iraq, la cui vita è colma di eccessi e colpi di testa. Un esempio di cinema-verità che indaga il rapporto tra finzione e realtà. Per dare l’idea del festival, il cui programma sarà riproposto in questi giorni e fino al 20 giugno al Kinodvor e alla Cineteca di Lubiana, usiamo la parole di Marco Piccarreda, regista del film “Città Giardino”: “Questo di Isola non è un festival ma un caldo abbraccio”.