La valorizzazione degli autori della comunità nazionale italiana costituisce, non da oggi, un filone importante nell'attività del Dramma italiano. E Nelida Milani, scrittrice amatissima e fra i pochi autori "rimasti" che sono riusciti a pubblicare le loro opere presso grandi editori italiani, è stata omaggiata più volte dalla compagnia. Pur non avendo mai scritto per il teatro. Lo spettacolo in scena stasera a Isola (e venerdì 27 aprile a Buie) è ispirato ad alcuni racconti di "Crinale estremo", una raccolta uscita nel 2007 per i tipi dell'Edit. Ci sono i temi cari all'autrice di Pola, quello dell'elaborazione della ferita dell'esodo, lo sradicamento e la ricerca di un'identità, ma anche - fa osservare il regista Mario Brandolin - il peso di un'infanzia difficile o il rapporto spesso conflittuale con gli altri. E c'è lo stile, la lingua - che questa trasposizione teatrale ha cura di riproporre - di una scrittrice capace di dar vita a una prosa ricca di inventiva, estrosa, plurilinguistica, con tanti inserti dialettali, qui e là anche espressioni croate, che ricrea perfettamente l'ambiente e il contesto sociale che Nelida Milani vuole fotografare. Quattro racconti per altrettanti, piccoli atti unici, con una scenografia essenziale per lasciare il maggiore spazio possibile alla forza della parola e un ventaglio di registri che alterna momenti drammatici ad altri giocosi e ironici. A dare voce e corpo ai personaggi gli attori della compagnia stabile, tra cui Serena Ferraiuolo neoassunta nelle file del Dramma italiano ed Elvia Nacinovich per l'ultima volta sul palco dopo 45 anni sulle scene.