Secondo la direttrice Jelka Stergel la caratteristica di questa edizione è la varietà dei generi e dei temi, con maggiore prevalenza per il documentario considerata l'accessibilità della tecnologia e la possibilità di produzione low cost. Dall'aspetto dei temi da rilevare che nel centenario della morte sono ben due le pellicole che tracciano la vita e l'opera di Ivan Cankar, gigante della letteratura slovena di inizio Novecento, con particolare attenzione alla sua vita pubblica e agli ideali di giustizia professati nelle sue opere drammatiche e racconti. Ieri è stato proposto il documentario »Cankar, Cankar« di Amir Muratovič, domani e sabato, in chiusura al festival, sarà proposto il film di fiction »Mille ore di tristezza per un ora di felicità-Ivan Cankar« del regista Dušan Moravec, in cui risalta l'indole ribelle e la vita sregolata dello scrittore. Domani verrà presentato anche il film »Le città di Tito« di Amir Muratovič, la storia delle otto città dell'ex Jugoslavia che portavano il nome del presidente Tito. Accanto ai cineasti sloveni più conosciuti da segnalare quest'anno la partecipazione di un buon numero di cineasti alle prime armi, un buon segno questo per il futuro della cinematografia slovena. Da notare che circa la metà delle produzioni è stata finanziata dal Fondo per la cinematografia, quattro dalla Radiotelevisione Slovenia. I Premi Vesna saranno assegnati sabato 15 settembre nel corso della cerimonia di chiusura del festival, su selezione di due giurie internazionali. Il premio Metod Badjura alla carriera è stato già assegnato al sceneggiatore e regista Tugo Štiglic. Tra le novità di questa edizione l'utilizzo dell'ex magazzino del sale Monfort di Poirtorose, quale sala proiezioni e come spazio per gli incontri tra adetti ai lavori, autori e stampa specializzata.