Il PEN sloveno è stato costituito nel 1926 ed il suo primo presidente è stato il poeta e drammaturgo Oton Zupančič. Il centro ha avuto sempre una forte connotazione politica e nei frangenti più drammatici della storia ha avuto un ruolo determinante nella difesa dei diritti civili dell’uomo. Al congresso internazionale di Dubrovnik nel 1933 è stato tra i primi centri a condannare il nazismo e il fascismo, negli anni del dopoguerra, in piena guerra fredda è riuscito a portare a Bled gli scrittori dell’Unione sovietica, ed è sempre a Bled che per la prima volta si sono incontrati i rappresentanti dei Centri PEN della Palestina e di Israele. Anche i temi scelti per questa edizione del 50-esimo sono quanto mai inquietanti: il tema dei muri e delle recinzioni – così attuali oggi in Europa, oltre che nel mondo- il tema poi della letteratura quale diritto ai sogni. Quest’anno l’Incontro Pen di Bled è patrocinato dal presidente della Repubblica Borut Pahor e tra gli ospiti più in vista c’è da segnalare la presenza dell’iraniana Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003, ma c’è da segnalare anche la presenza attiva del Premio France Prešeren 2018, oltre che vicepresidente del Pen internazionale, il poeta e scrittore Boris A. Novak. La presidente del Pen sloveno, Ifigenija Simonovič, ha sottolineato nei giorni scorsi che il centro sloveno è l’unico ad attirare scrittori e intellettuali da tutto il mondo, anche dai Paesi che si trovano per motivi ideologici o di altro genere su differenti sponde. Oggi a Bled proseguono gli incontri, i dibattiti e i reading letterari. Domani è in programma una serata letterario-musicale alla Galleria Nazionale di Lubiana, mentre sabato i partecipanti visiteranno la località di Cerknica.