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Uomo schivo, vissuto - per sua stessa ammissione - lontano dal clamore della vita, il poeta Miroslav Košuta, tra i più importanti autori sloveni e nel contempo triestini, viventi (è nato nel borgo di Santa Croce nel 1936), per oltre vent'anni è dovuto stare in palcoscenico, come direttore dello Stabile sloveno. Un impegno a cui lo ha spinto il suo grande amore per il teatro, a cui ha dedicato anche la sua passione creativa, scrivendo commedie che sono state messe in scena dallo Stabile triestino ma anche dai teatri di Nova Gorica e di Maribor e dal Dramma italiano di Fiume, e numerosi radiodrammi per ragazzi. Quegli anni trascorsi alla guida del teatro di via Petronio sono ora ripercorsi da Košuta in un libro di memorie che al palco è intitolato, "Oder med sanjo in stisko", la cui presentazione è in programma oggi (alle 18) presso il Kulturni dom, alla presenza dell'autore e, fra gli altri, dell'attrice Maja Blagovič, che ne leggerà alcuni brani. Un volume, edito da Mladika, che raccoglie lettere, interviste, articoli, recensioni, in cui Miroslav Košuta disvela un dietro le quinte anche burrascoso e la capacità di resistenza di una istituzione radicata nella comunità, oltre che intimamente legata alla produzione teatrale della Nazione madre, come il Teatro stabile sloveno di Trieste. Un libro che vuole anche essere un omaggio dell'autore ai grandi artisti e a tanti collaboratori invisibili che hanno fatto crescere lo Stabile e lo hanno consegnato alla storia. Da lettori, ci si può augurare che l'opera venga resa accessibile in traduzione anche al pubblico italiano.
(o.r.)
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Fresco vincitore del Premio letterario Pont 2024 , che ha ricevuto nelle settimane scorse, è uno dei più apprezzati traduttori letterari sloveni in italiano e ieri ha incontrato il pubblico della Biblioteca centrale di Capodistria
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