È privilegio degli artisti di frontiera essere celebrati in due patrie. Succede anche con Augusto (o Avgust) Cernigoj, nato a Trieste nel 1898 e morto a Sesana nel 1985, considerato il più significativo rappresentante del costruttivismo triestino e la voce più importante di questo movimento in ambito italiano, e insieme uno dei maggiori artisti sloveni del Novecento.
Pittore e grafico, Cernigoj trasse i primi semi di un'avanguardia che lo condusse fino all'astrazione all'Accademia di Monaco e poi al Bauhaus, il celebre istituto d'arte fondato a Weimar da Walter Gropius, dove fu allievo di Kandiskij e che frequentò, unico artista italo-sloveno, nel 1924.
Sperimentare la modernità, il suo significato e i suoi linguaggi: questo fu l'operare di Cernigoj lungo l'intero arco della sua vita. Un artista che ha attraversato tutte le correnti del Novecento con grande curiosità e capacità di assorbire e rendere con maestria ogni esperienza, sia che si accostasse al costruttivismo, il postcubismo o l'espressionismo, il nuovo figurativo, l'informale o la pittura gestuale.
A riproporne l'opera è ora questa mostra al Kulturni dom di Gorizia, che espone una trentina di pezzi fra oggetti, quadri e collage provenienenti da una collezione privata. "Un omaggio nell'ambito della minoranza slovena è parso doveroso per i 120 anni della nascita dell'artista, con Spacal e Mušič personalità fra le più eminenti che l'arte del nostro territorio può vantare", spiega il direttore Igor Komel. L'esposizione, che si inserisce nelle celebrazioni per il 37.esimo anniversario di attività del Kulturni dom, si visita fino al 10 dicembre.