Fiume celebra Venucci, e vien da pensare che molto se ne sarebbe rallegrata, se ancora fosse stata fra noi, Erna Toncinich, allieva e continuatrice dei corsi del maestro a Palazzo Modello, che tanto si è spesa per la rivalutazione e la promozione dell'opera dell'artista, infine riconosciuto, anche grazie a lei, come il più grande pittore fiumano del Novecento, di tutta Fiume, maggioranza e minoranza (come spesso si è scritto). La mostra che si è inaugurata in questi giorni al Palazzo del Governo ha la particolarità di esporre per la prima volta la Raccolta Venucci del Museo marittimo e storico del Litorale croato, frutto in gran parte di una donazione fatta dalla vedova Margareta nel 1981, a cinque anni dalla scomparsa di Romolo Venucci, avvenuta nel 1976. Ciò che nell'esposizione si vede è soprattutto il Venucci ritrattista della sua città natale, fra paesaggi e vedute declinati su un lungo arco temporale, a partire dagli anni Venti. Risalgono a questo periodo alcuni lavori che il pittore dedica alle navi in porto o il bellissimo "Faro a Mlaka" del 1921. Poi, il folto gruppo di opere appartententi al ciclo della "Cittavecchia" fiumana: un mondo che Venucci vede scomparire sotto gli occhi e che si farà carico di ritrarre per un senso del dovere civile. Dirà del resto il pittore: "Io sono un fiumano che ama la propria terra con tutte le esperienze storiche del presente e del passato, quindi la mia produzione artistica è strettamente legata alle sue rocce, alle radici dei platani e alle querce secolari". In mostra anche due opere che documentano la produzione del Venucci scultore, tra cui il tuttotondo in gesso "Forza della volontà" degli anni Trenta, che si richiama alla plastica futurista e a Boccioni, "il bozzetto, forse - notava Erna Toncinich -, per un monumento celebrativo presubilmente per quello del Legionario fiumano".
L'esposizione, curata da Margita Cvijetinović, conservatrice del museo, si visita fino al 14 settembre.