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Il 'placet' della Fondazione Nobel, che vigila sull'attività dell'Accademia di Stoccolma fondata nel 1786 da re Gustavo III, ancora non c'è. Ma intanto la macchina del massimo premio per la letteratura si è rimessa in moto, e sembra proprio che i vincitori del riconoscimento quest'anno saranno due, come annunciato del resto all'indomani della decisione clamorosa della sospensione per il 2018, presa dall'istituzione svedese nel maggio scorso. Tutto è cominciato - lo ricorderete - dallo scandalo sessuale che ha coinvolto il fotografo Jean-Claude Arnault, marito di una poetessa componente dell'Accademia, e che spinto alle dimissioni sette dei 18 membri del comitato che assegna il premio e travolto l'immagine dell'Accademia stessa.

In questi mesi è stato ristabilito il numero legale di giurati (tutti svedesi ed eletti a vita) e creata una giuria di cinque studiosi esterni (anche loro tutti svedesi, ma nominati per due anni) che affiancheranno il comitato ufficiale nei lavori della selezione del premio. Nella giuria esterna anche una giovane ma già affermata critica letteraria, Rebecka Kaerde, 27 anni, che in un'intervista al supplemento culturale del Corriere della Sera, "la Lettura", ha spiegato le nuove regole del Nobel e quello che sarà il compito principale, suo e degli altri giurati, nei prossimi mesi: leggere, leggere, e ancora leggere. All'inizio di febbraio i componenti delle due giurie riceveranno una lunga lista con tutte le candidature pervenute da centinaia di soggetti internazionali, e a questo elenco ciascuno dei giurati potrà aggiungere il proprio candidato preferito. Poi inizierà la scrematura dei nomi, che restringerà la rosa dei possibili vincitori a non più di una ventina di nomi, e quindi nel mese di maggio a cinque finalisti. La decisione finale subito dopo l'estate.

Foto: MMC RTV SLO