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Era la favorita della vigilia e Helena Janeczek, tedesca naturalizzata italiana, ha confermato i pronostici: è lei ad aggiudicarsi il premio Strega 2018. La sua biografia della fotografa Gerda Taro, compagna del grande Robert Capa caduta giovanissima su un campo di battaglia, ha ottenuto 196 voti su 554 espressi, superando le opere firmate da Marco Balzano (giunto secondo dopo un lungo testa a testa con la vincitrice), Sandra Petrignani, Carlo D'Amicis e Lia Levi. "Sono felicemente sconvolta, penso che abbia vinto Gerda, senza di lei non sarei qui" ha esclamato la Janeczek durante la finale del premio, andata in scena a Roma, nella storica sede del Ninfeo di Villa Giulia. E così a distanza di 15 anni il più importante premio letterario italiano viene nuovamente assegnato ad una scrittrice: non accadeva dal 2003, quando a vincere fu Melania Mazzucco. Più in generale, è stato decisamente rosa il colore dello Strega quest'anno, con tre autrici in gara su cinque: quello che è stato ribattezzato il #MeToo letterario. E curiosamente, tre autrici accomunate dall'aver proposto tutte dei lavori biografici: l'avventura umana e professionale della Taro nel caso del libro della Janeczek, una vicenda personale come testimone del fascismo e delle leggi razziali Lia Levi, il ritratto della scrittrice Natalia Ginzburg da parte di Sandra Petrignani. Ma c'è stata un'altra novità, la presenza tra le case editrici rappresentate, di sigle piccole e medio-piccole, come la vincitrice Guanda, che non aveva mai ottenuto il riconoscimento prima d'ora. (o.r.)
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