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Si apre oggi la diciottesima Settimana della lingua italiana nel mondo, promossa come ogni anno dal Ministero degli Esteri italiano e dall'Accademia della Crusca: dal 2001 è questo l'appuntamento annuale più importante per la promozione della lingua e della cultura italiana fuori dai confini nazionali. E come sempre c'è un tema che fa da filo conduttore ai programmi organizzati per l'occasione, anche in Slovenia e Croazia: "L'italiano e la rete, le reti per l'italiano".

"La lingua italiana è adatta ai social media?". La conferenza di Federica Frediani che il Dipartimento di Italianistica dell'Università del Litorale, in collaborazione con l'istituto di cultura di Lubiana, ospiterà venerdì prossimo, è una delle tante manifestazioni che nei prossimi giorni metteranno sotto la lente la "lingua irretita", come qualcuno ha preso a definirla, per spiegare come cambia il nostro italiano ai tempi del web. E sfatare magari qualche luogo comune. Per esempio: sarà proprio vero che i social (o reti sociali, se preferite) "devastano" la lingua? Uno studioso molto autorevole come il prof. Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca, ci ricorda che la rete contiene tutti i generi e le varietà della lingua. "Esistono pagine web di altissimo livello culturale, scritte e pubblicate da accademie e altre istituzioni - la stessa Crusca ha una gran quantità di materiali nel proprio sito - e poi si scende via via più in basso fino a una comunicazione degenerata, aggressiva, fatta di insulti, di parlato, di faccine e cose di questo genere. La rete è uno specchio del mondo".
Uno specchio del mondo, e di noi stessi: che troppo spesso ci accontentiamo di parole povere, e scriviamo come viene.
Tuttavia, non solo di lingua si parlerà nel corso della Settimana: che, per rimanere a Capodistria, propone iniziative originali come "Dante per tutti", laboratori creativi per i bambini delle prime classi della scuola elementare, a cura del Comitato locale della Società Dante Alighieri. Mentre a Rovigno, domenica prossima, verrà ricordato tra musica e parole il maestro Vlado Benussi, indimenticato protagonista di una cultura italiana che in Istria, nonostante tutto, è ancora di casa.