"Questo è un grande giorno per la Slovenia", ha affermato il Commissario Ue, Violeta Bulc. La crescita economica è stabile, il sistema bancario è migliorato e il mercato del lavoro è stato rafforzato. Il paese, da oggi in poi, uscirà dal meccanismo di vigilanza macroeconomica.
Per il Ministero delle Finanze la valutazione della Commissione europea indica che la Slovenia sta percorrendo la strada giusta e bisogna andare avanti così. "Dobbiamo dedicarci attivamente alle riforme strutturali, che porteranno risultati positivi a lungo termine, i rischi nelle finanze pubbliche però ci saranno sempre", ha sottolineato il Ministero.
Critica la Commissione europea però per quanto riguarda il processo di privatizzazione delle aziende. Citando i ritardi nel caso della Nova Ljubljanska Banka, Bruxelles rileva che lo Stato sloveno controlla ancora una fetta troppo grossa del settore finanziario. Una situazione che - secondo gli economisti comunitari - mette a rischio la stabilità finanziaria del Paese e che in Slovenia finora non è cambiata per "mancanza di volontà politica".
Intanto Italia, Croazia e Cipro sono i soli tre paesi che, secondo quanto rilevato dalla Commissione europea, continuano a mostrare squilibri macroeconomici ritenuti eccessivi. Lo ha riferito il Commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. "La competitività esterna è migliorata - ha affermato ancora il Commissario - ma la debole produttività, legata a ostacoli strutturali, all'accelerazione del costo del lavoro e alla bassa inflazione, rende impegnativo ribaltare la situazione".