La Giornata del Ricordo continua a suscitare dibattiti e polemiche, questa volta a livello europeo. La decisione dell'eurodeputato Cavedagna, appartenente al gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), di promuovere la mostra intitolata "Foibe, tragedia ed esodo" ha sollevato critiche. L'esposizione, allestita fino al 13 febbraio presso la sala Emilio Colombo del Parlamento Europeo a Strasburgo, è presentata dagli organizzatori come la prima mostra in Europa dedicata agli eccidi delle foibe e all'esodo forzato degli italiani, uccisi o espulsi dagli uomini del generale Tito ottant'anni fa. Tra gli ospiti invitati figura anche Milan Zver, esponente sloveno del Partito Popolare Europeo (PPE).
Nonostante le proteste, la mostra viene inaugurata a margine della sessione plenaria del Parlamento Europeo. Quattro eurodeputati sloveni e cinque croati, appartenenti ai gruppi politici dei Socialisti e Democratici (S&D), dei Liberali (Renew) e dei Verdi, si sono schierati contro l'iniziativa.
Alla fine di gennaio, i parlamentari contrari hanno inviato una lettera alla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, e all'eurodeputato responsabile delle mostre, Kosma Złotowski (ECR), chiedendo loro di non approvare l'esposizione nella forma prevista. Secondo i firmatari, la mostra non rispecchierebbe i valori fondamentali dell'Unione Europea, come il rispetto della dignità umana, la comprensione reciproca e la riconciliazione. Inoltre, hanno segnalato che alcune mappe esposte potrebbero suggerire rivendicazioni territoriali nei confronti di Slovenia e Croazia.
Le tensioni legate alla Giornata del Ricordo non sono nuove nei rapporti tra Italia, Slovenia e Croazia. Già nel 2019, l'allora presidente del Parlamento Europeo e attuale ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, aveva suscitato polemiche dichiarando durante una cerimonia a Basovizza: "Viva Trieste, viva l'Istria italiana, viva la Dalmazia italiana". Successivamente, Tajani si scusò con i governi di Slovenia e Croazia per le sue parole.
Dionizij Botter