Domani il Parlamento europeo voterà in plenaria una risoluzione sull'Ucraina, prevista per mezzogiorno. Tra le proposte, vi è l'invito agli Stati membri di revocare le restrizioni sull'uso dei sistemi d'arma occidentali forniti all'Ucraina, per permettere il loro impiego contro obiettivi militari legittimi in Russia. I promotori della risoluzione, Ppe, Socialisti e Liberali, affermano che tali restrizioni limitano il diritto dell'Ucraina all'autodifesa e la espongono a rischi per la sua popolazione e infrastrutture. Tuttavia, la risoluzione potrebbe generare divisioni tra i gruppi politici, con alcune delegazioni, inclusi alcuni italiani, contrari alla revoca delle restrizioni. Per trovare un equilibrio, il punto tre della risoluzione suggerisce di lavorare per ottenere il massimo sostegno internazionale per l'Ucraina e cercare una soluzione pacifica che rispetti la sua sovranità. Martedì, Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO in scadenza, ha dichiarato che permettere a Kiev di usare missili a lungo raggio in Russia non costituirebbe una "linea rossa". Questa affermazione è stata criticata dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che l'ha considerata "pericolosa" e "miope". Peskov ha suggerito che Stoltenberg potrebbe aver fatto tale dichiarazione sapendo che presto lascerà l'incarico, e che il suo successore non sarà responsabile delle sue parole. Il presidente russo, Vladimir Putin, aveva avvertito che consentire tali attacchi potrebbe implicare un coinvolgimento diretto della NATO, cambiando la natura del conflitto. Stoltenberg ha respinto tale preoccupazione, affermando che non vi è stato un coinvolgimento diretto della NATO nonostante le dichiarazioni di Putin. Ha inoltre sottolineato che la NATO è l'alleanza militare più potente e che la guerra nucleare non è una soluzione praticabile.
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