Commentando la morte del capo dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha spiegato che vi è ragione di credere che dietro all'uccisione di Zakharchenko ci sia il regime di Kiev. Questo avrebbe infatti usato più di una volta metodi simili per eliminare le persone indesiderate che hanno opinioni dissidenti, ha detto. Sostenendo l'opinione del presidente Vladimir Putin, secondo cui l'omicidio del leader separatista dimostra ancora una volta che nel Donbass non si cerca una soluzione pacifica e politica al conflitto, Zakharova ha ricordato che, invece di rispettare gli accordi di Minsk e cercare modi concreti per risolvere il conflitto interno, i guerrafondai nella capitale ucraina stanno attuando lo scenario terroristico contribuendo ad un'escalation nella situazione. Zakharchenko era presidente dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk dal 2014. Precedentemente aveva ricoperto la carica di primo ministro ed era stato al comando della milizia separatista che partecipò alla conquista della sede di governo nel centro della principale città del sud-est del Paese. I servizi segreti ucraini ritengono invece che dietro all'uccisione di Zakharchenko ci sia la Russia o i suoi stessi compagni. Secondo le informazioni infatti, l'uomo sarebbe divenuto una figura piuttosto scomoda e ingombrante per le autorità russe. La mai risolta crisi ucraina torna così in primo piano con un ennesimo tentativo di destabilizzare la regione.