Oltre a portare una ventata di novità sulla scena politica slovacca, Čaputova ha ottenuto un risultato di rilevanza storica, diventando la prima capo di Stato donna liberamente eletto nell'Europa centro-orientale. Ringraziando i suoi elettori in cinque lingue, l'avvocato 45-enne si è detta felice di aver conquistato la fiducia dei cittadini anche senza l'uso di un linguaggio aggressivo e colpi bassi. Nella campagna elettorale, Čaputova si è infatti distinta per non aver mai attaccato gli altri candidati o esser ricorsa a promesse irrealizabili. Ex vicepresidente del piccolo partito non governativo "Slovacchia progressista" è entrata in politica nel 2017 dopo la lotta durata anni contro una discarica illegale a Pezinok che l'ha messa contro gli uomini al potere e imprenditori controversi. La sua campagna elettorale si è incentrata infatti sull'anti-corruzione, ma non solo. È nota anche per essersi impegnata per i diritti degli omosessuali, delle minoranze e per il consenso ottenuto con il patto sulle migrazioni. Ai tradizionali valori cattolici, i slovacchi hanno quindi preferito la necessità del cambiamento e della riconquista della fiducia nella giustizia e nelle istituzioni statali. Čaputova entrerà in carica a metà giugno, quando oltre alle problematiche attuali, dovrà gestire un'economia che potrebbe entrare in una spirale negativa, alimentata dal rischio di dazi Usa sulle auto europee, dalla riduzione della crescita e dalla massiccia presenza della criminalità organizzata.
Maja Novak