Foto: Radio Capodistria/Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Fifaco

Fermare la guerra in Ucraina: questa la priorità espressa nell’incontro che si è tenuto a Rabuiese, organizzato dal Consiglio Sindacale interregionale Friuli-Venezia Giulia/Slovenia, che ha espresso anche la piena solidarietà alle popolazioni colpite ed ai profughi. Sono la cooperazione e l’integrazione le principali priorità espresse per quel che riguarda le terre di confine tra Italia e Slovenia.

Ma principalmente è la tutela dei diritti per i lavoratori frontalieri l’argomento del quale si è parlato nell’incontro; una problematica che i sindacati stanno cercando di risolvere, come ha spiegato Roberto Treu della CGIL: “I principali problemi sono quelli di equità di trattamento. Oggi con la legge italiana, per esempio, sull’assegno di famiglia che è una conquista, è un beneficio molto maggiore per le famiglie italiane, viceversa questo non viene applicato ai lavoratori frontalieri che abitano in un altro paese e lavorano in Italia. Questo porta dei danni che possono arrivare fino a 2000€, perché non ci sono solo i mancati assegni familiari, ma anche le mancate detrazioni fiscali. Tutto ciò va contro la legge 883 europea che è quella che deve garantire parità di trattamento per i lavoratori. Il problema è che la legge italiana pone la residenzialità come condizione e non viceversa quello di dove lavori. Questa è una cosa ingiusta, noi ci stiamo battendo per fare rimuovere questo ostacolo che, torno a ripetere, secondo noi è illegittimo”.

Il sindaco di Capodistria, Aleš Bržan, ha parlato di “confine” come parola da abolire e di pensare piuttosto ad un punto di incontro tra due Paesi. Anche Bržan è intervenuto sulla questione dei lavoratori transfrontalieri: “Ci metteremo in contatto col sindaco Dipiazza e proveremo, ognuno dalla sua parte, a fare qualcosa. Io credo che la nuova politica che si sta instaurando in Slovenia vorrà risolvere anche questo problema; quindi, i primi i primi contatti che avremo con i nostri politici statali, naturalmente saranno anche per vedere come risolvere questo problema”.

Davide Fifaco