Già dalla mattina sono iniziate le manifestazioni di protesta contro la visita di Matteo Salvini nel capoluogo giuliano ed in particolare contro la sua politica anti-immigrati e la paventata possibilità di costruire una barriera fisica sul confine italo-sloveno.
Il Movimento Trieste Antifascista-Antirazzista-Antisessista ha organizzato un primo sit-in in Piazza della Libertà, che dopo qualche minuto di discussione tra i partecipanti, circa una cinquantina, si è trasformato in un corteo non autorizzato, con l'intento di arrivare vicino alle sedi istituzionali che dopo poco avrebbero ospitato il ministro, ovviamente presidiate da ingenti forze dell'ordine.
Non sono mancati momenti di tensione quando alcuni dei manifestanti hanno cercato di passare oltre i cordoni delle forze dell'ordine, risolti però senza incidenti di alcun tipo, ma che hanno poi portato alla costante presenza di carabinieri in tenuta anti-sommossa. Il corteo ha quindi "girato" più volte attorno alla zona di sicurezza scandendo slogan contro la Lega ed in favore dell'accoglienza dei migranti, cercando di sensibilizzare i cittadini contro l'indifferenza, l'ingiustizia e la violazione dei diritti fino al ritorno in piazza della Libertà, dove i manifestanti hanno concluso il percorso dandosi appuntamento per la seconda iniziativa, quella in Piazza della Borsa di questo pomeriggio, una ulteriore dimostrazione contro i muri, il filo spinato ed il razzismo di Stato, come dichiarato dallo stesso Movimento Antifascista-Antirazzista-Antisessista.
Sempre nel pomeriggio alcuni rappresentanti del Partito Democratico hanno organizzato dei piccoli presidi presso i 16 valichi confinari della provincia di Trieste al fine di ricordare le sofferenze patite in passato in queste zone ed esprimere, anche in questo caso, la netta contrarietà alle barriere fisiche ed un momento di riflessione finale in serata presso il valico di Rabuiese anche in presenza delle rappresentanze sindacali.
Infine, sempre in serata, la fiaccolata a Nova Gorica, luogo simbolo che per anni, come noto, ha vissuto con la barriera che separava il comune sloveno da quello italiano.
Davide Fifaco