Trieste cerca di reagire dopo una notte di angoscia. Oggi il sindaco ha dichiarato una giornata di lutto cittadino, le bandiere sono a mezz’asta e i palazzi istituzionali listati a lutto, molti esercenti hanno abbassato le saracinesche a metà in segno di cordoglio. Poco dopo le 12.00 macchine della Guardia di Finanza e dei carabinieri in segno di solidarietà hanno raggiunto il tratto della sparatoria davanti la Questura, accanato a centinaia di persone che per tutta la mattina hanno voluto dimostrare solidarietà deponendo fiori, biglietti o semplicemente con la propria presenza. All’esterno molti agenti, commossi, qualcuno si abbracciava e piangeva. In serata sono previste una messa e una fiaccolata di fronte alla Questura.
Si cerca intanto di ricostruire la dinamica esatta degli eventi: l’omicida, Alejandro Augusto Stephan Meran, dominicano di 29 anni, che si era consegnato dopo il furto di un motorino, avrebbe strappato la pistola dalla fondina dell’agente Pierluigi Rotta, sparandogli poi due colpi di pistola al lato sinistro del petto e all'addome, poi ha colpito tre volte, alla clavicola sinistra, al fianco sinistro e alla schiena il collega Matteo Demenego, intervenuto dopo aver sentito gli spari. Subito, dopo con due pistole, avrebbe tentato d’imboccare, sempre sparando, prima le scale di accesso ai piani superiori, poi l’uscita colpendo alla mano un altro agente.
Fuori ha prima cercato di salire su una macchina della polizia, poi ha sparato contro una vettura con due agenti bordo che hanno risposto colpendolo all’inguine e bloccandolo. Il fratello che lo aveva accompagnato in questura ed è risultato estraneo alla sparatoria, si era invece rifugiato nei sotterranei del palazzo, dove è stato individuato e bloccato dagli agenti.
Alejandro Augusto Stephan Meran è stato portato in ospedale ed è già stato sentito dai magistrati, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Rimangono però dei punti ancora non chiari sulla dinamica, in particolare come abbia fatto a impadronirsi delle armi: le fondine delle due vittime sono state sequestrate per verificarne l'integrità, ma non risulterebbero danni tali da comprometterne la funzionalità. L’assassino poi ha dimostrato una certa dimestichezza nell’uso delle armi, colpendo ben tre persone ed esplodendo un numero molto alto di colpi, fino a 15: quando sono state trovate le armi utilizzate, una delle pistole era aperta e col serbatoio vuoto, mentre l’altra aveva il cane già armato.
Alessandro Martegani