Come spesso accade nelle battaglie giudiziarie, non si tratta di decisioni che mettono la parola fine alla costruzione dell’Ovovia, ma le sentenze depositate, a meno di due giorni dall’avvio del 2025, dai giudici amministrativi del Friuli Venezia Giulia, rappresentano comunque una vittoria per le organizzazioni e i movimenti contrari alla realizzazione di una delle opere più contestate dell’area di Trieste.
Come riportato dalla testata "Trieste Prima", il Tar del Friuli Venezia Giulia ha depositato due sentenze con cui accoglie i ricorsi presentati da una serie di organizzazioni (Lipu Odv, Wwf Italia – Ets, Legambiente Nazionale - Aps - Rete Associativa – Ets) e da un gruppo di cittadini, contro le concessioni rilasciate dalla Regione per realizzare l’impianto a fune.
Al centro del ragionamento dei giudici c’è il tema della “compatibilità urbanistica”, e il fatto che, secondo il Tar, le concessioni sarebbero state rilasciate senza una “preventiva e sicura verifica della piena compatibilità dell'opera con i vincoli urbanistici e paesaggistici”, che invece andrebbe accertata nel dettaglio.

Il progetto dell'Ovovia in Porto Vecchio
Il progetto dell'Ovovia in Porto Vecchio

La sentenza ricostruisce tutto il procedimento, sottolineando come anche “le conclusioni della conferenza di servizi e, indi, del provvedimento di convalida circa i vincoli territoriali”, siano state formulate “in patente violazione del principio secondo cui le valutazioni istruttorie e procedimentali vanno operate sulla base dello stato di fatto e diritto sussistente al momento della loro effettuazione e non già su semplici ipotesi future”. Nel rilasciare le concessioni quindi ci sarebbe stato su una generica rassicurazioni di verifiche future anziché effettuare delle reali ricognizioni.
“L’imprescindibile momento di verifica della conformità urbanistica dell’impianto oggetto di concessione – aggiunge il Tar - non poteva certo essere dato per acquisto dal mero impegno o sulla base di un’incerta e indicativa previsione, peraltro non del tutto precisa, del rappresentante comunale alla conferenza di servizi del 14 febbraio 2024 circa l’esito del complesso e articolato procedimento di approvazione della variante urbanistica in corso”. “Sarebbe del tutto irragionevole immaginare un modello procedimentale - continua il Tar - nel quale è fisiologicamente ammissibile il rilascio di una concessione all’esito di una conferenza di servizi istruttoria nella quale è emerso un evidente vincolo territoriale ostativo alla realizzazione dell’opera”: il riferimento è al parere VINCA (valutazione di incidenza ambientale) di secondo livello, che accertava un'incidenza ambientale della cabinovia, visto che attraversa il Bosco Bovedo, zona protetta ad alta presenza di biodiversità e classificata "Natura 2000" dall’Unione europea.
A questo punto, in attesa della pronuncia su un altro ricorso depositato dalla Lipu sul Bosco Bovedo, rinviata al 16 aprile, la Regione, dovrà riavviare il procedimento di rilascio delle concessioni, verificando la compatibilità urbanistica dell’opera allo stato degli atti, oppure “sospenderlo fino a quando la variante al piano regolatore comunale, che modifica l’attuale Piano inserendovi la localizzazione della cabinovia, sarà pienamente entrata in vigore”.

Non sono mancati i commenti, a partire da quello dell’Amministrazione comunale di Trieste che ha sottolineato come un terzo ricorso, presentato dalle Comunelle, sia stato dichiarato inammissibile, mentre sugli altri due, aggiunge una nota del comune “il TAR ha semplicemente chiesto alla Regione di riavviare il procedimento di rilascio della concessione scegliendo se concludere il procedimento allo stato attuale o attendere il passaggio in Consiglio comunale della variante al piano regolatore. L’iter, quindi, per quanto di competenza può procedere regolarmente senza intoppi”.

Per Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, la sentenza del Tar è invece "Una grande vittoria del popolo NO ovovia".
"La sentenza - rimarca Massolino - è un macigno che richiama l'amministrazione alle proprie responsabilitò, ora riconosciute per essere più di una forzatura, bensì vere e proprie illegittimità. Dopo anni in cui chi ci governa in Comune e in Regione sminuisce e deride le ragioni del Comitato, un'ulteriore conferma, oltre alla perdita dei fondi Pnrr, arriva dai giudici: la dimostrazione che la partecipazione e l'intelligenza collettiva hanno la forza di cambiare davvero le regole del gioco".
"Ora la città deve pretendere un'amministrazione che meriti fiducia, costruendo un'alternativa con cui collaborare per guardare insieme a un futuro migliore - chiosa la consigliera -, e progetti reali, sostenibili, che puntino al miglioramento del nostro territorio e non a effimere soddisfazioni personali o costose affermazioni di potere".

"Per questo, come per altri progetti - dichiarano Barbara Chiarelli e Federico Monti, portavoce di Adesso Trieste - la Giunta Comunale non può più permettersi di essere succube della volontà di un suo dirigente, incorrendo in gravi e onerosi errori procedurali che, come evidenziato dal Tribunale Amministrativo, coinvolgono anche i procedimenti emessi dalla Regione su sollecitazione del Comune stesso. Questi richiami rappresentano un monito importante per adottare una gestione responsabile e rigorosa dei processi decisionali, nel pieno rispetto della normativa vigente, specialmente ora, quando è nota l’uscita di questa insostenibile, inutile e impattante opera dai fondi del PNRR".

"Oltre che per le vere e proprie bugie propinate in questi anni alla cittadinanza sulla questione ovovia - attacca Riccardo Laterza, Capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale - la Giunta Dipiazza dovrebbe ora chiedere scusa per le decine di migliaia di euro sottratti ad altre funzioni del Comune per finanziare il patrocinio legale di questi ricorsi, contro i quali il Comune ha resistito pur sapendo di essere nel torto. Sulla vicenda dell'ovovia si sta consumando un caso di pessima amministrazione delle risorse pubbliche e del territorio che deve chiudersi al più presto. Non mancheremo di farlo notare anche quando la Variante urbanistica, con le migliaia di osservazioni depositate dalla cittadinanza, arriverà in Consiglio Comunale. Sempre che, con uno sprazzo di buon senso, l’Assessore Babuder non decida di ritirarla".

"Oggi - ha detto William Starc del Comitato No Ovovia - celebriamo un’importante vittoria per il nostro territorio, per il buon senso e per il futuro della nostra città. Il TAR ha accolto le nostre ragioni, accogliendo due dei ricorsi presentati e costringendo l'amministrazione a rivedere le procedure autorizzative". "La battaglia non finisce qui, continueremo a vigilare e a lavorare per fermare quest'opera illegittima, inutile, impattante, insostenibile e insicura".

Alessandro Martegani