Debora Serracchiani, presidente uscente della Regione Friuli Venezia Giulia, punta alla segreteria nazionale del Partito Democratico. A confermarlo è stata lei stessa, dopo alcuni post sui social, in un'intervista in cui ha dichiarato di voler provare a subentrare a Matteo Renzi alla guida del partito, in crisi dopo le ripetute sconfitte elettorali.
C'è la tentazione, da parte della componente renziana del Partito Democratico, di portare Debora Serracchiani alla guida del partito stesso, ora fortemente in crisi ed alla ricerca di una nuova linea politica, dopo le sconfitte che negli ultimi mesi hanno portato ad un crollo di consensi. Il prossimo importante appuntamento per il Pd è la convocazione dell'assemblea nazionale del 21 aprile, che prenderà atto del passo indietro di Renzi ed eleggerà il nuovo segretario o convocherà il congresso anticipato.
L'eventualità più accreditata è per ora la designazione di un segretario di transizione, che accompagni il partito alle primarie del 2019. L'ex presidente del Friuli Venezia Giulia ha iniziato a muoversi per guadagnare uno spazio centrale nel futuro del partito, guardando già alle primarie e tastando il terreno per capire se il suo nome può aggregare il consenso dei dirigenti ma soprattutto della base, che probabilmente preferirebbe un deciso cambio di rotta, dopo il fallimento di Renzi. La stessa neodeputata ha iniziato a riconoscere gli errori commessi dal Pd, su tutti le riforme istituzionali e l'impegno ad abolire il Senato, che hanno causato lo scollamento attuale. Nessun passo indietro, invece, sulle leggi che hanno portato alla ripresa economica del Paese, peraltro poco percepita dall'elettorato.
La Serracchiani sottolinea che è importante ora respingere le tentazioni di un'alleanza con il Movimento 5 Stelle, che in campagna elettorale ha venduto promesse di impossibili assistenzialismi ed ha dipinto l'Europa come il nemico da combattere.
Per arrivare alla segreteria del partito la parola d'ordine è "cambiare rotta", ascoltare la società italiana, prendendo ulteriormente le distanze da Renzi, con il quale si è anche scontrata al momento della costruzione delle candidature per le scorse politiche, che l'hanno vista entrare in parlamento solo grazie al sistema di resti del proporzionale.