La gestione dei migranti in Regione è stata definita come il “fallimento della strategia della destra al governo”. Magi e Orfini si sono trovati d’accordo sul fatto che le persone in strada da mesi, i pochi trasferimenti e un carico eccessivo sulla città di Trieste, affiancato da un sovraffollamento nei centri di Gradisca, è un chiaro segnale che la situazione è sfuggita di mano e non viene amministrata nel modo corretto. I due, accompagnati dal presidente dell’Ics Gianfranco Schiavone, hanno visitato le strutture di accoglienza nelle due città, e prima di lasciare Trieste hanno fatto il punto sulla situazione: “c’è un abbandono del Friuli Venezia-Giulia da parte del Governo, con una Regione silente di fronte a questo abbandono” ha denunciato Orfini, accusando anche il sindaco Di Piazza e il presidente della Regione Fedriga di essere “silenti valletti del ministero dell’Interno”. A tal proposito, proprio qualche giorno fa, il ministro Piantedosi è stato in visita a Muggia, dove ha affrontato la questione dei migranti, annunciando che l’opzione degli hotspot nella Regione è in agenda, soprattutto nelle zone di confine. Ma la sua visita non è stata apprezzata fino in fondo da Magi e Orfini, che hanno fatto notare come il responsabile del Viminale sia venuto in Regione, ma non abbia visitato i centri di Gradisca. Riferendosi nello specifico a Trieste, il segretario di +Europa reputa che la situazione sia particolare, in quanto “si sommano i mali peggiori della mancanza di accoglienza, con esempi ottimi di accoglienza diffusa”. Ed è proprio riguardo l’accoglienza diffusa che è stato tirato in ballo il governatore Fedriga, e le sue posizioni a proposito. Magi, infatti, ritiene che il “no” del presidente della Regione a questa opzione sia una forma di autolesionismo. Infine, a rimarcare la situazione di stallo è stato anche il presidente dell’Ics, il quale crede che ci sia un mancato piano di trasferimenti, e soprattutto, puntando il dito contro Fedriga, ha dichiarato che non si tratta di “migranti irregolari” come lui li ha definiti, ma di “richiedenti asilo, di persone con permesso di soggiorno”, per i quali bisogna tempestivamente migliorare la gestione del sovraffollamento nel territorio.
B.Ž.