La Ma.Re Intimo di Chions, in provincia di Pordenone, è un'azienda nata nel 1966, che attualmente occupa oltre 60 dipendenti, che prima dell'emergenza Coronavirus, produceva maglieria intima. Vista l'incredibile richiesta di mascherine in tutta Italia ed anche in Friuli Venezia Giulia, i titolari hanno deciso di riconvertire la produzione, coinvolgendo anche altre due ditte di Azzano Decimo, la Friultex che fornisce i tessuti e la Extrano che si occupa dell'”impermeabilizzazione” delle mascherine, che non vengono (per ora) commercializzate al pubblico ma ai lavoratori ed alla Protezione Civile regionale. Sentiamo le parole del titolare della Ma.Re, Mauro Bressan: “bloccati gli ordini di maglieria intima, bloccate le consegne ai nostri clienti chiusi, avevamo deciso di chiudere anche noi per una settimana o due. Poi è arrivato un amico imprenditore, della zona, chiedendomi 'per favore dammi qualcosa da mettere come copri bocca e naso per i miei dipendenti che si assentano perché non ci sono mascherine' e da li si è accesa la lampadina. Tutto il fine settimana abbiamo lavorato in azienda per preparare sia il campione della mascherina che anche le macchine. Noi siamo produttori di maglieria intima, fare mascherine è più o meno la stessa cosa, visto che si tratta sempre di un pezzo di cotone, assemblato, solo che magari c'è bisogno di modificare la lunghezza del punto di cucitura, di modificare l'altezza di un bordino... Insomma, alcuni accorgimenti che abbiamo potuto eseguire con i nostri macchinari. Fortuna vuole che noi siamo un'azienda che ha deciso di rimanere a produrre in Italia e quindi abbiamo sempre investito in macchinari, abbiamo tantissimi macchinari e 65 dipendenti, tutti che lavorano all'interno, con una produzione tutta italiana e quindi praticamente con i nostri macchinari abbiamo potuto imbastire questa nuova produzione. Poi, crescendo la richiesta e aumentando (dalle 15.000 ipotetiche oggi siamo arrivati a 25.000 mascherine al giorno) in questi giorni abbiamo acquistato e attrezzato altre macchine adatte per la fabbricazione delle mascherine”.
Davide Fifaco