I flussi migratori lungo la rotta Balcanica, che nelle scorse settimane hanno spinto i sindaci del Friuli Venezia Giulia e anche alla Giunta regionale a lanciare l'allarme, sono stati un tema anche nel corso del Forum Risorsa Mare, evento organizzato dal Forum Ambrosetti alla Stazione marittima di Trieste, e dedicato alla gestione del Mediterraneo in tutti i suoi aspetti.
Fra i relatori il ministro degli esteri Antonio Tajani, che ha sottolineato come si tratti di un problema europeo e mondiale, e come vada affrontato con decisione, ma sempre nel rispetto delle regole europee, senza percorrere strade come la sospensione di Schengen evocata in Friuli Venezia Giulia.
“Sulla questione migratoria non abbiamo mai dimenticato la rotta balcanica - ha spiegato Tajani – e la consideriamo una priorità, insieme alla rotta Mediterranea”.
“Purtroppo la lotta contro il traffico di esseri umani – ha aggiunto - la soluzione della questione migratoria è sempre meno una questione italiana e sempre più una questione europea, e oggi direi sempre più una questione internazionale: guardiamo a quello che sta succedendo nel mondo più vicino a noi, la situazione in Africa è molto preoccupante. C'è una situazione generale di conflitti che spingono le persone a fuggire, e deve essere anche l'ONU ad intervenire, perché se non si affronta il problema alla radice fra un mese ci troveremo sempre nella stessa condizione: il governo sta facendo e farà la sua parte, sia dal punto di vista operativo, sia per garantire la sicurezza, sia dal punto di vista diplomatico. É tutto un complesso di cose da fare, rispettando sempre la dignità della persona, rispettando sempre le regole comunitarie che permettono anche svolgere azioni di trattenimento, per verificare se un migrante è regolare o no, perché qualcuno che violando le regole viene del nostro paese non può girare come vuole da una parte o dall'altra”.
Tajani non ha escluso, come ipotizzato in questi giorni, che dietro l'aumento dei flussi migratori ci sia una regia di paesi stranieri come la Russia: “In passato Wagner ha utilizzato l'instabilità per rafforzare la propria presenza in Africa, e avevamo avuto segnali di facilitazione di flussi migratori dal sud verso il nord agevolati dalla Wagner, però non è soltanto Wagner: il problema è molto più ampio. Certamente di fronte a una situazione di instabilità è possibile che gli emissari della Federazione Russa, in un momento in cui c'è una guerra di invasione da parte della Russia nei confronti dell'Ucraina e l'occidente, possano utilizzare anche questo strumento per creare problemi ai paesi europei, in modo particolare all’Italia, che è sempre stata un paese che ha difeso e tutelato la libertà e la democrazia in Ucraina”.
Sul tema dei migranti è intervenuto a margine del forum anche il Presidente della conferenza delle regioni, e governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, riguardo anche le parole del suo assessore, Pierpaolo Roberti, che aveva sottolineato la necessità di valutare una sospensione di Schengen e ripristinare i controlli ai confini con la Slovenia.
“A nessuno piace limitare Schengen - ha detto Fedriga - però quando vedo altri paesi che lo fanno, penso che non debba funzionare soltanto in un senso, cioè quando i migranti devono allontanarsi dall'Italia, mentre quando devono arrivare si scende in piazza e bisogna difenderlo come grande principio. Io sono favorevole, e spero che tutti tutti approvino il mantenimento di Schengen, ma è chiaro che questo deve accadere all'interno di un quadro europeo, dove c'è una responsabilità condivisa della gestione dei migranti”.
“Non c'è dubbio – ha aggiunto commentando le parole del ministro e segretario della Lega Matteo Salvini che aveva parlato di un atto di guerra - che la pressione migratoria verso l'Europa, magari esercitata da paesi molto interventisti in alcune aree geografiche del mondo, è perlomeno una pressione politica, se non vogliamo chiamarlo atto di guerra, molto importante, e l'interventismo in Africa mi sembra evidente d parte di più paesi”.
Alessandro Martegani