Sempre più le persone, in ambito sanitario, che nel Friuli Venezia Giulia stanno aderendo all'appello lanciato sabato scorso dal pediatra neonatologo Pierpaolo Brovedani, medico all'Ospedale infantile Burlo di Trieste, per far sbarcare in Italia i migranti della Sea Watch. Più di 180 le firme solo tra medici e personale sanitari, tra le quali 10 primari e 110 specializzandi.
Lo stesso Pierpalo Brovedani, il pediatra del Burlo che ha lanciato l'appello per far sbarcare i migranti della Sea Watch, si sta stupendo delle numerose adesioni ricevute, anche da colleghi e personale medico di altre regioni italiane ed inoltre da una cinquantina di persone della cosiddetta "società civile". Brovedani ha poi inoltrato queste sottoscrizioni al Comitato per la difesa della Costituzione di Trieste, da lui ritenuto l'ente più idoneo a seguire l'istanza visto che si rifà ai diritti della persona.
Nella lettera il medico si rivolge al presidente della Regione Massimiliano Fedriga ed al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, affinché dichiarino aperti i porti e le strutture per accogliere le poche decine di migranti presenti sulla Sea Watch, dando ovviamente la priorità ai bambini ed ai minori. Brovedani precisa che gli operatori sanitari stanno assistendo attoniti alla situazione, con persone costrette all'addiaccio in un mare agitato ed esposto a temperature invernali.
Nella missiva ci si rivolge poi al Primo Ministro Conte, al Ministro degli Interni Salvini, al Ministro delle Infrastrutture Toninelli, affinché escano dall'indifferenza e consentano lo sbarco a terra di queste persone.
Una prima risposta si è avuta proprio dal governatore Fedriga, che si è detto deluso dalla richiesta, perché "le posizioni politiche di ogni cittadino sono legittime ed è giusto esporle - ha spiegato - ma utilizzare la propria professione, svolta nella pubblica amministrazione, per promuoverle è scorretto ed irragionevole".
Fedriga ha inoltre precisato che non risulta esserci un'emergenza sanitaria né la presenza certa di minori. visto che nemmeno le istituzioni sul posto sono a conoscenza di questi dati.
Brovedani ha in seguito ribadito che come medico non accetta in modo impassibile la ghettizzazione drammatica a cui sono sottoposti questi migranti ed ha annunciato che rinvierà l'appello, per far capire non si tratta di un gesto isolato di un gruppetto di persone, ma un'azione necessaria, un primo passo di solidarietà.
Davide Fifaco