Anche quest'anno la Giornata del Ricordo, a Trieste, si sta trasformando in un momento divisivo. La destra cittadina, sul tema delle Foibe, denuncia alcune iniziative riduzioniste e revisioniste da parte delle associazioni vicine alla sinistra, mentre la comunità slovena ha protestato in seguito a due iniziative organizzate dal Comune di Trieste, in particolare su un convegno pubblico che promuove la tesi che il Narodni dom sia stato dato alle fiamme da "terroristi sloveni". Una provocazione, che fa il paio con un altro dei dibattiti in programma, che rimarca il "fasullo vittimismo sloveno". Argomenti cavalcati dalla destra triestina e regionale, soprattutto dai gruppi più estremi, come l'ipotesi che la causa dei fatti di Spalato sarebbero collegati all'incendio del Balkan. Teoria che il consigliere regionale della Slovenska Skupnost Igor Gabrovec ha attaccato, definendola "palesemente falsa, strampalata e antistorica". Gabrovec rileva inoltre come Regione e Comune dovrebbero prendere "le distanze da tali iniziative che ledono i rapporti tra le diverse comunità" visto che questo negazionismo andrebbe ad oltraggiare "la memoria di quanti hanno subito ogni genere di soprusi durante il ventennio fascista". Anche sulla restituzione del Nardoni dom alla comunità slovena, iniziativa che avverrà il prossimo 13 luglio in via Filzi alla presenza del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e del suo omologo sloveno Borut Pahor, proprio nella data in cui ricorreranno i 100 anni dall'incendio dell'hotel Balkan per mano delle camicie nere guidate da Francesco Giunta, fedelissimo di Mussolini, ci sono state polemiche. In questo caso a causa delle parole di Claudio Giacomelli, esponente di Fratelli d'Italia, che ha dichiarato che il Governo italiano aveva già risarcito la comunità slovena nel corso degli anni, anche senza la restituzione dell'edificio.
Di queste questioni ne abbiamo parlato con la Presidente della SKGZ, Ksenija Dobrila.
In occasione delle cerimonie del Giorno del Ricordo, il Comune di Trieste ha promosso tutta una serie di incontri e dibattiti pubblici. Due di questi però hanno provocato la reazione negativa della comunità, ovvero quello inerente il “fasullo vittimismo sloveno” e quello che parla di “terroristi jugoslavi responsabili dell’eccidio di Spalato e dell’incendio del Balkan.
“Prescindiamo dal fatto che ognuno possa esprimere le proprie opinioni, le proprie convinzioni, però quando si tratta di storia, di fatti storici falsati, che rientrano in un programma formale e ufficiale, adottato dal comune, che è anche il nostro Comune, anche noi cittadini sloveni siamo cittadini del Comune di Trieste, allora questo ci rammarica non poco”.
Anche quest’anno la Giornata del Ricordo si sta trasformando i un avvenimento divisivo, tutto ciò a pochi mesi da un evento importante come la restituzione del Narodni dom alla comunità slovena, alla presenza dei Presidenti della Repubblica di Italia e Slovenia.
"Queste commemorazioni assumono sempre più un tono polemico e, fra l'altro, c'è da rimarcare che riuniscono fatti storici molto, molto dissimili, anche storicamente, per quanto riguarda la tempistica molto distanti. Le vicende del Nardoni dom sono del 1920 e le foibe, forse anche la conseguenza di tutti quei fatti che sono succeduti al 1920, dal 1945 in poi".
Sul volantino del Comune, che promuove queste iniziative, c’è stata anche la dura presa di posizione del consigliere regionale Igor Gabrovec.
"Sì e non è la prima volta. C’è già stata una sua presa di posizione all’indomani della commemorazione dell’novantanovesimo anniversario dell’incendio, quando ci furono altre affermazioni non corrispondenti al vero ed altri incontri in cui si disquisisce di un falso storico. Non si va in un senso di pacificazione e di riscontro su fatti obiettivi ed accertati. Sono formule divisive che animano rancori e non guardano al futuro. Questo è il nostro grande rammarico, perché si rivangano situazioni del passato in un’ottica che forzatamente vuole sviare i fatti storici dalla realtà materialmente accertata, in un’ottica di un confronto duro a prescindere, senza possibilità di dialogo. Anche su fatti storici che non c’entrano con la Commemorazione delle dolorose vicende dell’esodo, che nessuno nega e di quello che è accaduto nel dopoguerra, che nessuno nega, ma evidentemente non si è trattato di un genocidio da parte della popolazione slovena nei confronti della popolazione italiana. Si sono registrati fatti purtroppo incresciosi e molto, molto, molto tristi, che si sono verificati anche in altri Paesi europei, non solo a Trieste, ma anche nel resto d’Italia ed in Slovenia. Non si tratta di un fatto locale e circoscritto al nostro confine".
Il Primorski dnevnik ha pubblicato un’intervista con Claudio Giacomelli, esponente di Fratelli d’Italia, che in pratica ha affermato che l’Italia, nel corso degli anni, ha già risarcito la comunità slovena, anche senza la restituzione del Narodni dom…
"Per quanto riguarda i risarcimenti mi sembra veramente un'affermazione forte. Risarcire cosa i 1000 circoli incendiati? I numerosi edifici e case di cultura che sono state devastate? È possibile quantificare tutto questo dramma? 25 anni in cui lo sloveno non poteva essere presente né a scuola né in ogni forma ufficiale… È possibile risarcire questo? Poi, per quanto riguarda la restituzione del Narodni dom vorrei rimarcare che questo rientra nella legge di tutela. L'articolo 19 parla, appunto, di far restituire i tre edifici storici che sono stati tolti alla comunità slovena nel periodo fascista, a seguito alla promulgazione della legge. Il Narodni dom a tutti gli effetti non è stato ancora restituito. Si tratta di questo, di ottemperare ad una disposizione legislativa e nient'altro, che è stata poi votata dal Parlamento e dal Senato della Repubblica Italiana, una legge di stato".
Ksenija Dobrila, le chiedo un'ultima sua valutazione: secondo lei quando sarà pronta Trieste, finalmente, a lasciarsi alle spalle tutte queste polemiche, tutto quello che è accaduto, per imparare a convivere. Ma soprattutto, sarà mai pronta a farlo?
"Io confido nelle future generazioni e penso che chi vuole affrontare in modo distorto la realtà, a parlare sotto un segno di intolleranza e di odio interetnico è una frangia minoritaria, sono certa di questo. Non parla alla moltitudine delle persone, che hanno altre preoccupazioni. Preoccupazioni per il futuro, per poter vivere in una prospettiva Europea più ampia. Sono estremamente convinta di ciò. Queste sono voci che fanno parte del passato".
Davide Fifaco
NdR: Successivamente a questa intervista, SKGZ e SSO hanno inviato una lettera al sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, in cui chiedono al primo cittadino “la posizione ufficiale dell’amministrazione comunale di Trieste: il Narodni dom è stato bruciato dai fascisti (cosa di cui gli stessi fascisti, all’epoca, si dichiaratamente vantavano!) o dai “terroristi jugoslavi”? “
Nella missiva si legge inoltre: “Quest’anno, in occasione del centenario dell’incendio, per il quale è prevista la presenza dei due Presidenti italiano e sloveno, possiamo contare su una Sua posizione coerente sull’argomento oppure condividendo l’impostazione delle iniziative che come amministrazione contribuisce a promuovere, riterrà di tacciare gli sloveni di vittimismo? “