Un abbraccio qualche volta vale più di mille parole e sicuramente ha assunto un significato particolare l’abbraccio di ieri tra la senatrice della minoranza slovena Tatjana Rojc e Maria Antonietta Buri, nipote di un capostazione prelevato in Istria dai partigiani jugoslavi e mai tornato a casa. Occasione di questo incontro è stato un convegno sul Giorno del Ricordo organizzato a Terni dall’Istituto professionale "G. Pertini".
Poco prima la senatrice aveva ripercorso i punti fondamentali della storia del confine orientale: dalla Trieste multietnica, passando alle persecuzioni contro gli slavi del regime fascista, per parlare poi del periodo bellico e delle malefatte del comunismo del dopoguerra.
“La violenza genera violenza” ha commentato la Rojc sottolineando che “in questa tragedia non ci sono vincitori e vinti, ma solo vittime”.
La senatrice ha poi anche parlato della legge istitutiva del Giorno del Ricordo che secondo lei “serve a rendere giustizia a un dramma a lungo dimenticato dalle Istituzioni”.
“Bisogna, però, puntare il dito contro le dittature mai contro i popoli", ha aggiunto, rischiando di cancellare il percorso di riavvicinamento che è stato fatto in questi anni, nei quali si è lavorato per costruire un clima di rispetto e di convivenza in tutta l’area.
Barbara Costamagna