"Caro Nino, tu forse comprendi od altrimenti comprenderai fra qualche anno quale era il mio dovere di italiano". Così comincia il testamento spirituale del capodistriano Nazario Sauro, uno degli ultimi eroi risorgimentali italiani, condannato a morte per alto tradimento dagli austriaci ed impiccato a Pola il 10 agosto del 1916.
Come ogni anno a Trieste si ricorda questa figura con una giornata commemorativa. In mattinata il Comitato onoranze a Nazario Sauro ha deposto una corona presso il cippo che lo ricorda nel giardino delle rimembranze a Trieste.
"Nazario Sauro era un uomo del suo tempo", commenta Renzo Codarin (presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), "un uomo che vedeva oltre gli imperi centrali, perché voleva che tutti i popoli fossero liberi. Quando scoppiò la Prima guerra mondiale decise di aiutare quella che riteneva la sua patria, ossia l'Italia; perciò lasciò Capodistria e si arruolò nella marina italiana e come tale fece delle incursioni, ma ebbe la sfortuna di essere catturato. Per la sua storia Sauro è sicuramente una persona emblematica di queste terre".
Quest'anno per la prima volta la cerimonia di chiusura si terrà con quarantacinque minuti di anticipo rispetto alle tradizionali 19.45, l'orario nel quale venne ucciso, con la deposizione di una corona di alloro al monumento triestino in memoria di Sauro e l'ammaina bandiera. Il suo ricordo, però, a causa dell'utilizzo postumo fatto della sua figura dal fascismo e dei pregiudizi ancora esistenti, fa ancora fatica ad essere celebrato nella sua città natale: Capodistria.
"Oggi che siamo per fortuna in democrazia in Europa si possono vedere figura come Nazario Sauro in modo diverso", conclude Codarin anche lui proveniente da una famiglia capodistriana, "sarebbe bello ,quanto meno, poterlo onorare con una targa sulla sua casa natale a Capodistria; facendo magari anche un bel convegno dove si dimostra quello che lui era veramente".